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TESTO Dove guarda Dio?

don Maurizio Prandi

Assunzione della Beata Vergine Maria - messa del giorno (15/08/2018)

Vangelo: Lc 1,39-55 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,39-55

39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

46Allora Maria disse:

«L’anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

49

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;

50

di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.

51

Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

52

ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;

53

ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

54

Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,

55

come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

Il Magnificat, questo canto bellissimo che ogni giorno la liturgia ci propone alla preghiera del vespro, ci dice che accanto alla grande storia, quella dei nomi altisonanti, quella che sembra contare veramente, quella fatta da Erode, Ponzio Pilato e Tiberio Cesare = i potenti; quella fatta da Anna e Caifa = i sommi sacerdoti; quella che sembra ruotare intorno alle grandi città = Roma e Gerusalemme, c'è una contro-storia (bellissima intuizione di don A. Casati), che non scrivono gli uomini, ma che scrive Dio. Non la scrive da solo, ma insieme a persone che non portano nomi importanti anzi: a volte sono nomi rifiutati, come quelli della regione di Galilea o della città di Nazareth, non sono nomi di governatori ma quello di una ragazza sconosciuta.

Canta così Maria, la ragazza sconosciuta: Dio ha guardato la bassezza (umiltà, piccolezza) della sua schiava; a quella domanda che a volte nasce in noi: ma Dio vede? Ma Dio ci vede? Dove guarda Dio?

Il vangelo ci parla di Dio, del suo sguardo e della direzione del suo sguardo. Per lui non conta l'arroganza dei superbi che tra sé e sé pensano, rimuginano, progettano; per lui non conta la forza dei potenti; per lui non conta la ricchezza; per Dio contano l'umiltà, la fiducia e l'abbandono, la limpidezza del cuore perché è lì che si muove la forza della Risurrezione!

Ed è un presente quello che ci annuncia Maria nel suo canto, un presente! La storia va avanti, in barba ai potenti di turno, proprio perché c'è questa contro storia.

Si alzò dice il vangelo: ed è il verbo della Risurrezione. Ancora una volta il vangelo mi sorprende con la sua strabiliante bellezza perché non parla del meraviglioso che ti fa stropicciare gli occhi e ti fa dire: sogno o son desto? No: il vangelo non racconta l'Assunzione al cielo, l'alzarsi di Maria verso le nubi; il vangelo ci racconta l'alzarsi di Maria per mettersi nel cammino che porta al servizio, l'alzarsi che ci dice che c'è Risurrezione là dove c'è amore, servizio, cura, coraggio, prossimità e dove c'è la fretta di vivere tutto questo. Preghiamo gli uni gli altri in questa messa allora, perché possiamo essere capaci di alzarci anche noi!

 

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