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TESTO Il Signore ha scelto Sion per sua dimora

don Walter Magni   Chiesa di Milano

IX domenica dopo Pentecoste (Anno B) (22/07/2018)

Vangelo: Mc 8,34-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 8,34-38

34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. 36Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? 37Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? 38Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».

“Danzava Davide con tutte le forze davanti al Signore”, recita la Lettura di oggi. Tutte le religioni hanno dato spazio alla danza nelle loro liturgie, volendo esprimere la gioia di sentirsi, anima e corpo, alla presenza di Dio. Un detto Chassidico dice: “Bisogna danzare ogni giorno fosse anche con il solo pensiero”; mentre Nietzsche scriveva: “Potrei credere solo in un Dio che sappia danzare”.

Il Signore della danza
Bello sarebbe riuscire a riscoprire, nella nostra continua ricerca del volto di Dio, che il nostro Dio, il Dio della Bibbia, il Dio di Gesù Cristo è il Signore della gioia e della danza. Più che a un Dio compassato e serio, Dio della Legge e giudice senza pietà e misericordia, è invece un Dio gioioso e rasserenante. Che proprio il Dio della Bibbia, il Dio di Gesù Cristo, è anzitutto Signore della danza, il Signore della gioia. Vuole la nostra gioia, ci fissa negli occhi con sguardo d'amore e ci invita alla Sua festa. Forse siamo noi che non abbiamo il coraggio di addentrarci, seguendoLo, nella Sua avventura evangelica. Mi ha sempre colpito un'espressione che Gesù pronuncia nel Suo discorso durante l'Ultima Cena, mentre il cuore dei Suoi discepoli si gonfiava di tristezza: “Vi ho detto questo perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11). Perché il punto serio sta proprio nell'intuire, nel cominciare a intuire che quanto Lui ci sta proponendo, il Suo invito evangelico a danzare, a comprometterci con Lui, imparando i passi della Sua danza, non sono strani, non sono assurdi, ma sostenibili, possibili. Come una danza alla quale ci possiamo arrendere lasciandoci ancora invitare. Come scriveva un cantautore inglese, Sydney Carter: “Danzate, ovunque voi siate, dice Dio, / perché io sono il Signore della danza: / io guiderò la danza di tutti voi. / Dovunque voi siate... ” (Lord of the dance). Mentre il salmo 30 afferma cantando: “Hai mutato il mio lamento in danza, la mia veste di sacco in abito di gioia, perché io possa cantare senza posa”.

La danza della vita
Non si sta disconoscendo la vita. La nostra vita fatta di sogni, di desideri e di spietato realismo. Spesso carica di momenti duri e drammatici che non fanno sconti a nessuno. Ma è proprio il Vangelo che non ci dà tregua e continuamente ci invita a ricalibrare i nostri passi sui passi di Dio. Sui passi e sui ritmi della Sua danza. Al caro prezzo della speranza. Di un amore dato senza nulla chiedere in cambio, di un perdono accordato senza che venga accolto, compreso, corrisposto. In questo consiste la danza di Dio. Questi sono i passi di danza che Gesù ci ha insegnato. “Io danzavo per lo scriba e il fariseo, /ma essi non hanno voluto seguirmi; / io danzavo per i peccatori, / per Giacomo e per Giovanni, / ed essi mi hanno seguito / e sono entrati nella danza. / Io danzavo il giorno di sabato, / io ho guarito il paralitico, / la gente diceva che era vergogna. /Mi hanno sferzato mi hanno lasciato nudo /e mi hanno appeso ben in alto / su una croce per morirvi. / Io danzavo il Venerdì, / quando il cielo divenne tenebre”, continuava a cantare Sydney Carter ne Il Signore della danza. Anche gli ebrei, nostri fratelli maggiori, danzano, appena scende la sera del venerdì, in attesa della festa dello Shabbàt, come amanti inebriati attorno alla Torah. E sempre danzano, stando presso il Muro del Pianto o calandosi nella valle del Cedron per dare sepoltura ai loro cari. Proprio questo ci vuole dire il santo re Davide, mentre, deposta ogni insegna regale, nudo, danzava davanti all'arca dell'alleanza, senza badare all'indignazione gelosa della moglie Mical.

Seguire Gesù a passi di danza
Ricordo che anche Gesù un giorno S'era lamentato. C'era stato Giovanni Battista, col suo modo così austero e ruvido. E la gente alla fine non aveva capito bene il suo messaggio. Poi ecco Lui, con quel Suo stile più godereccio, a detta di alcuni. Soprattutto se Lo vedevano entrare nelle case di un pubblico peccatore come Zaccheo o mettersi a parlare con una prostituta, salvandola dalle grinfie di qualche fariseo benpensante. E a Gesù non resta che sbottare: questa generazione “è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto” (Mt 11,16-17).
Il tempo scorre per tutti. Come è stato detto, in occasione dell'annuncio del mio avvicendamento: “i preti cambiano, ma la comunità resta”. E la danza di una Comunità, a suon di Vangelo, deve semplicemente continuare! Tempo fa, di nascosto da occhi indiscreti, scelta una musica di mio gradimento, mi sono messo a danzare nel mio studio. Non credo sia edificante vedere un prete che tenta di guadagnare i ritmi di una danza improvvisata! Ma una cosa ho compreso alla fine: che da soli non si danza mai! Non solo ci vuole una buona musica e la capacità di stare al suo ritmo. Soprattutto ci vuole Qualcuno col quale intrecciare le mani, calcolando i passi, sfiorando il Suo viso, sentendone l'abbraccio. Che questa danza miei cari continui. In questa danza ci ritroveremo ancora, ci ritroveremo sempre. Sedotti dal suono della Sua musica, attratti ancora dal Suo profumo.

 

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