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TESTO Commento su Mt 18, 1-6

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Mercoledì della IV settimana del Tempo Ordinario (Anno II)

Vangelo: Mt 18, 1-6 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

«I discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: “Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?”. Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare».
Mt 18, 1-6

Come vivere questa Parola?
Oggi è la festa di S. Giovanni Bosco, “Padre e Maestro” dei giovani, Fondatore dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. È una festa molto cara non solo per chi scrive, ma anche per molti lettori di questa rubrica. Pertanto seguirò nella lectio il Vangelo della festa e mi soffermerò brevemente sul testo scelto dalla liturgia, che è il brano riportato più sopra.
Esso è incentrato su un interrogativo posto dai discepoli: “Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?”. Prima di rispondere Gesù compie un gesto plastico e significativo, emblematico: «Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli». Qui appare già subito una risposta chiara: la somiglianza col bambino che il discepolo deve assumere, non è un qualcosa di spontaneo e naturale, ma è il risultato di un cambiamento radicale della persona che avviene nella conversione al Vangelo. Infatti, nel testo evangelico Gesù non dice: “se non sarete come i bambini”, ma: «se non vi convertirete e non diventerete come i bambini». Secondo Gesù, dunque, solo chi si converte facendosi piccolo, semplice, senza calcoli dettati dall'orgoglio, è “grande”, a differenza degli adulti, sempre complicati, dubitanti e alla ricerca di alibi e di giustificazioni. «Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli». Per Gesù il bambino è l'icona del vero discepolo, perché si fa piccolo, semplice e disponibile ad accogliere la fede.

O Dio, che in san Giovanni Bosco hai dato alla tua Chiesa un Padre e un Maestro dei giovani, suscita anche in noi la sessa fiamma di carità a sevizio della tua gloria per la salvezza dei fratelli. Amen

La voce del Padre e Maestro dei giovani
“Chi vuole essere amato bisogna che faccia vedere di amare. Gesù Cristo si fece piccolo con i piccoli e portò le nostre infermità. Ecco il maestro della familiarità! [...]. Chi sa di essere amato ama, e chi è amato ottiene tutto, specialmente dai giovani. Questa confidenza mette una corrente elettrica fra i giovani e i superiori. I cuori si aprono e fanno conoscere i loro bisogni e palesano i loro difetti... Gesù Cristo non spezzò la canna incrinata né spense il lucignolo che fumigava. Ecco il vostro modello”

Dalla lettera di S. Giovanni Bosco da Roma1884.

Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it

 

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