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TESTO Commento su Giovanni 15,9-17

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S. Mattia (14/05/2004)

Vangelo: Gv 15,9-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 15,9-17

9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

Dalla Parola del giorno

Voi siete miei amici se farete ciò che vi comando. Non vi chiamo più servi perché il servo non sa quello che fa il padrone; ma vi ho chiamati amici perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.

Come vivere questa parola?

Gesù ci chiama "AMICI". È un passo ulteriore verso la profondità di un incontro con Dio, attraverso la sua persona, mediante il suo mistero pasquale. Questo mistero noi lo viviamo, lo assumiamo, per così dire, fin dentro le nostre vene. La posta in gioco? Una cosa sola: fare quello che Lui ci ha comandato. E proprio in questo brano Gesù lo viene precisando: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati. L'intimità, la profondità e l'ampiezza e altezza di quel "come", il Signore stesso ce lo esplicita: "Nessuno ha un amore più grande che dare la vita per i propri amici". Lo ha detto e lo ha fatto. Dopo aver confidato queste cose ai suoi, è andato a morire. Per loro. Per noi! Qui il vangelo di Giovanni ci afferra in una spirale di vertiginosa luce. È il dono dell'intimità con Dio. "Non vi chiamo più servi ma amici perché tutto quello che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi". Siamo a volte tentati di spegnere il fuoco dell'amicizia con Dio: un rapporto delicato colmo di attenzioni. Si fa l'abitudine al fatto che dobbiamo amare Dio e il prossimo. Ma quasi quasi lo riduciamo a uno stereotipo, a un'arida generalizzazione che ha nulla di personale, di intimo.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, passerò del tempo a lasciarmi inoltrare dallo Spirito Santo nell'intimità con Gesù e, attraverso Lui, al Padre. Non sarò più servo ma "amico" se faccio quello che Lui vuole: essere in pace con tutti, fare del bene a tutti.

Signore, chiamami amico. Non cessare di chiamarmi amico nelle profondità del mio cuore. E proprio in forza della tua amicizia, dammi di vivere il tuo comandamento di amare ogni mia sorella ogni mio fratello.

La voce di un grande mistico

Ama molto coloro che ti contraddicono e non ti vogliono bene, poiché in tal modo si genera amore nel petto in cui non esiste; fa come Dio con noi, il quale ci ama affinché lo amiamo mediante l'amore che Egli ci porta
S.Giovanni della Croce

 

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