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TESTO Commento su Luca 7,18b-23

Paolo Curtaz   Ti racconto la Parola

Mercoledì della III settimana di Avvento (16/12/2015)

Vangelo: Lc 7,18b-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Crediamo, certo. E tanto. Ma non abbiamo le certezze assolute. Non scherziamo: non l'ha avuta nemmeno il più grande dei profeti, l'unico che avrebbe potuto averne. Nemmeno a lui è stato dato il privilegio di non avere dubbi. Prigioniero a Macheronte compie un ultimo tentativo per capire se si è sbagliato. Ha passato la vita a gridare e ad annunciare la venuta del giudizio divino, di un Messia che avrebbe tagliato alla radice l'albero improduttivo. E invece gli giunge notizia di un Messia che parla di perdono e di compassione. È confuso, Giovanni. Dio non è mai come ce lo aspettiamo. E nemmeno lui fugge da questa verità. Dobbiamo aspettarne un altro? Non ve lo siete mai chiesti? Dopo duemila anni di cristianesimo poco o nulla è cambiato. L'uomo è sempre cocciuto, violento ed ostinato. Sembra non capire, sembra non imparare mai. A pochi giorni dal Natale la liturgia, con grande coraggio, dona fiato al dubbio, fa entrare nell'attesa anche il dubbio. Dobbiamo aspettarne un altro. E Gesù risponde a noi ciò che ha risposto a Giovanni: guardiamoci attorno. Impariamo a riconoscere i segni della salvezza che già esistono in noi.

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