TESTO Commento su Giovanni 21,15-19
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Venerdì della VII settimana di Pasqua (13/05/2005)
Vangelo: Gv 21,15-19
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15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Dalla Parola del giorno
Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Come vivere questa Parola?
Sulla riva del lago di Tiberiade, dopo aver cenato con i suoi, il Risorto si rivolge a Pietro chiamandolo "Simone di Giovanni".Mai Gesù aveva chiamato così l'apostolo, se escludiamo le battute iniziali del loro primo incontro. Perché ora si serve di questo appellativo? Per guarirlo da quell'atteggiamento che lo aveva portato alla defezione, dandogli in tal modo l'opportunità di prenderne coscienza.
Chi era infatti Simone di Giovanni? L'ostinato pescatore di Galilea che attendeva un Messia trionfatore e propugnava una liberazione terra- terra, attraverso la forza. Un partigiano elettrizzato dalla smania di reggere e controllare, pensando di poter correre quasi da pari a pari con un leader per cui era disposto a tutto, ma non a cedere alla sua logica e al suo amore, con umiltà.
Di questa scorza indurita doveva liberarsi Pietro per essere veramente libero di seguire Gesù e dare la vita per amore. Da qui, il triplice interrogativo: "Mi ami tu?". Come a dire: vuoi finalmente prendere coscienza d'essere mio amico e non semplice suddito o fanatico partigiano di una causa da vincere con la violenza?
Il messaggio è chiaro: la vita cristiana è esperienza di amore, accolto e offerto a piene mani, ed esige la nudità di un cuore puro e semplice che sappia credere e sperare, senza avide pretese né effimere attese.
Oggi, nel mio rientro al cuore, chiedo al Signore di purificare quanto in me ancora non è consegnato al suo amore perché, libero e pacificato, possa dimorare in Lui fugando la tentazione di ogni altro effimero bene. Nel ritmo del respiro, la mia preghiera:
Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene.
La voce di un grande statista
Mi inginocchio davanti a Dio per restare in piedi davanti agli uomini.
Alcide De Gasperi