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TESTO Commento su Luca 11,5-13

Paolo Curtaz   Ti racconto la Parola

Giovedì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (08/10/2015)

Vangelo: Lc 11,5-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 11,5-13

5Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, 7e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, 8vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.

9Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

La preghiera ci è stata consegnata. Ora si tratta di imparare a pregare. Il dono ci è stato fatto, ora si tratta di saperlo usare, senza ridurlo a nuova formula, senza scivolare nuovamente nel ritualismo o nella superstizione. Perciò Gesù aggiunge qualche parabola di spiegazione. Se diciamo “padre” è perché ci rivolgiamo proprio ad un padre, non a un despota da corrompere. Il Dio di Gesù non è un potente che ha in mano i segreti del nostro destino. Non un padre che dà uno scorpione al figlio che gli chiede un uovo. Chiediamoci, allora, se la nostra preghiera è solo all'apparenza cristiana, se, alla fine della fiera, è e resta una preghiera pagana che usa la stessa logica. Prego chiedendo ciò che mi sta a cuore, certo. Come un figlio chiede ai propri genitori un favore, fidandosi di loro. Prego indirizzando la mia supplica al Dio giusto, al Dio che esiste, che non è la proiezione delle mie paure o delle mie ansie. E il dono più grande che ricevo non è ciò che ho chiesto, ma lo Spirito Santo che mi permette di trovare ciò che ho chiesto in ciò che già possiedo. Lo Spirito che mi permette, sul serio, di fare l'esperienza di essere figlio beneamato.

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