TESTO Commento su Luca 9,7-9
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
Giovedì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (24/09/2015)
Vangelo: Lc 9,7-9
7Il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», 8altri: «È apparso Elia», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». 9Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.
A volte tornano. E popolano di incubi le notti insonni di chi ha la coscienza nera come il carbone. Erode ha fatto uccidere il Battista per non smentire l'incauta promessa fatta alla figlia della sua amante davanti a tutti. Promessa dettata dall'eccitazione di un re piccino di mezza età che non ha saputo rifiutare la vendetta della sua concubina nei confronti di un profeta che non aveva certo peli sulla lingua. Ma non è finita. La coscienza rode, l'anima si scuote. Invano, purtroppo, ma c'è e lavora. Via un profeta eccone un altro, peggiore del primo. Vuole vederlo, è curioso e inquieto. Ma di una inquietudine inutile, di una curiosità che non produce conversione ma solletica solo i propri sensi. Stupido Erode, annegato e travolto dal suo delirio di onnipotenza, incapace di far crescere le sue emozioni, impedito nel far sbocciare le proprie intuizioni. E sciocchi noi quando la curiosità ci spinge verso la fede e non abbiamo il coraggio di lasciarla germogliare, di farla crescere, di farci portarci alle soglie della fede. No, certo, non basta incuriosirsi, anche se è sempre da lì che parte la ricerca. Occorre convertirsi.