TESTO Commento su Giovanni 19,25-27
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Beata Vergine Maria Addolorata (15/09/2015)
Vangelo: Gv 19,25-27
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25Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. 26Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». 27Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Una spada che attraversa il cuore. La facile profezia del vecchio Simeone potrebbe essere rivolta a quasi ogni genitore. Avere un figlio e crescerlo richiede una dose di fatica e di pazienza che, in certi momenti, diventa quasi dolore fisico. Ma in questa giornata in cui celebriamo la memoria popolare di Maria addolorata parliamo di qualcosa di diverso dall'inevitabile sofferenza di ogni genitore. E nemmeno vogliamo soffermarci troppo sullo strazio di una madre che perde un figlio, forse il peggior dolore che possiamo immaginare, in quel modo drammatico. Se oggi ricordiamo Maria sotto la croce è, invece, per il suo coraggio, per la sua condivisione alla scelta del Figlio di giungere fino in fondo al suo percorso, senza cedere, senza smettere di proclamare il volto del Padre fino a morirne. Maria mette da parte il suo dolore, dolore che potrebbe spezzare la sua fede, e dimora sotto la croce senza capire, ma credendo. Crede contro ogni speranza, crede che, in qualche modo, la promessa ricevuta dall'angelo trent'anni prima si realizzi. Crede, la madre. Dimora senza cedere. E a quella forza, oggi, ci ispiriamo per affrontare gli inevitabili momenti di sofferenza che la vita ci riserva.