TESTO Commento su Luca 5,1-11
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
Giovedì della XXII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (03/09/2015)
Vangelo: Lc 5,1-11
1Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Quale forza dovevano avere le parole di Gesù? E il suo modo di pronunciarle? E il suo tono di voce? Quanta intensità e credibilità dovevano contenere i suoi discorsi se le folle si accalcavano, facevano ressa per poterlo ascoltare? Quanta verità le persone coglievano nelle sue parabole, nei suoi insegnamenti, nei suoi giudizi per lasciare le proprie occupazioni, percorrere decine di chilometri e fermarsi ad ascoltarlo? Quella stessa Parola, ora, ci appartiene, ci è affidata e siamo chiamati a raccontarla. Certo, mai riusciremo ad eguagliare il Maestro ma un discepolo totalmente donato alla causa del Vangelo può fare cose più grandi di lui. Trattiamola bene, la sua Parola: leggiamola, capiamola, studiamola, meditiamola, viviamola, finché illumini ogni aspetto della nostra e dell'altrui vita. E non accampiamo scuse, come fa Pietro: certo, siamo peccatori, siamo in continua conversione ma non per questo indegni di accogliere ed annunciare il Vangelo. Prendiamo il largo, allora, iniziamo la nostra giornata gettando le reti: è Dio che ha il potere di moltiplicare i nostri sforzi e renderli fecondi.