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TESTO Commento su Luca 4,16-30

Paolo Curtaz   Ti racconto la Parola

Lunedì della XXII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (31/08/2015)

Vangelo: Lc 4,16-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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16Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

18Lo Spirito del Signore è sopra di me;

per questo mi ha consacrato con l’unzione

e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,

a proclamare ai prigionieri la liberazione

e ai ciechi la vista;

a rimettere in libertà gli oppressi,

19a proclamare l’anno di grazia del Signore.

20Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

22Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». 23Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». 24Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. 25Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. 27C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».

28All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. 29Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Gesù, nella sinagoga di Nazareth, a casa sua, rischia la pelle. I suoi concittadini e i suoi famigliari proprio non hanno gradito la sua uscita durante la preghiera liturgica. Si è addirittura attribuito un brano profetico di Isaia, come se lo riguardasse. Un po' troppo per uno che tutti conoscono, molti hanno in casa qualcuno dei lavori suoi e di suo padre. Chi si crede di essere? Da dove gli vengono queste parole? Perché si è montato la testa? Certamente il Messia verrà dalla casa di Davide, avrà il piglio regale che conviene, non certo l'andatura dimessa di un falegname... Quanto siamo ciechi! Siamo sempre pronti a dettare le condizioni a Dio per presentarsi, per esserci, per comunicare con noi. Gesù, paradossalmente, viene accusato di essere troppo poco religioso, poco “profetico”, poco rispondente agli stereotipi che portiamo nel cuore. Spalanchiamo il nostro cuore alle sorprese di Dio! Prepariamo il nostro cuore ad accogliere le novità di Dio, a raggiungerci nei modi, nei tempi e nei momenti che lui decide, non certo noi. Se il nostro cuore si rende disponibile, diventeremo capaci di riconoscerlo là dove meno ce lo aspettiamo...

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