TESTO Commento su Matteo 18,21-19,1
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
Giovedì della XIX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (13/08/2015)
Vangelo: Mt 18,21-19,1
Ancora sul perdono e, questa volta, il Vangelo punta in alto. Pietro crede di fare una bella figura proponendosi di perdonare fino a sette volte il torto subito. Pensateci: se qualcuno vi viene a chiedere scusa perché ha sparlato di voi e, dopo essere stato perdonato, torna a dirvi di avere di nuovo sparlato di voi, che fate, lo perdonate ancora? Gesù rialza la posta: bisogna perdonare sempre perché sempre siamo perdonati. La parabola che vede protagonisti i due debitori illustra bene ciò che intende dire Gesù: la sproporzione del debito condonato e la diversa reazione dei debitori ci dicono che, per quanto possiamo perdonare chi ci ha offeso, mai uguaglieremo l'azione di Dio. Non perdoniamo perché siamo migliori, non perdoniamo aspettandoci un ringraziamento o un riconoscimento, ma perdoniamo perché figli di un Dio che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. E il perdono non è un'amnesia! Quando si dice: ti perdono ma non dimentico, si fa un'affermazione ovvia. E il perdono non è legato all'emozione ma alla volontà: è una scelta faticosa e consapevole di imitare Dio nel perdonare chi ci ha offeso.