TESTO Commento su Matteo 10,7-13
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
S. Barnaba (11/06/2015)
Vangelo: Mt 10,7-13
«7Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. 8Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. 9Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, 10né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
11In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. 12Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. 13Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».
Barnaba è originario di Cipro, si fa cristiano, vende quello che ha e lo consegna agli apostoli. Il suo è un gesto radicale ma lui non è affatto una persona rigida, anzi. Si fa carico del giovane Saulo, appena convertito, di cui nessuno si fida. Lo prende sotto le sue ali e lo porta con sé in missione. A Gerusalemme la comunità è turbata dalla notizia che ad Antiochia fra i fratelli si sono aggiunti dei pagani: viene inviato Barnaba che, vista la situazione, non tergiversa e li incoraggia risolutamente a perseverare nella fede. Luca nel suo resoconto dice che Barnaba fu soprannominato “figlio dell'esortazione”. Barnaba incoraggia chi incontra, vede il positivo, trova delle soluzioni. Unisce anziché dividere, il suo nome e la sua memoria sono rimasti a incoraggiare quanti si mettono alla sequela del maestro Gesù. Abbiamo urgente bisogno, nelle nostre comunità, di persone che, come Barnaba, si mettono a costruire invece che a criticare. Abbiamo bisogno di figli dell'esortazione capaci di condurre all'unità chi, invece, contrappone le diverse posizioni nella fede. Impegniamoci, oggi, a costruire anziché criticare.