TESTO Commento su Matteo 6,1-6.16-18
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Mercoledì delle Ceneri (18/02/2015)
Vangelo: Mt 6,1-6.16-18
«1State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. 2Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 3Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, 4perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
5E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 6Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
«16E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 17Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, 18perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
È il momento di gettare le maschere. Quelle di Carnevale, ovviamente, ma anche quelle, molto più difficili da togliere, che indossiamo quotidianamente, per dimostrare di essere dei bravi genitori, dei buoni figli, dei bravi cittadini... Maschere che indossiamo per essere accolti, per piacere, per non sfigurare davanti al mondo così esigente, come un gigantesco tribunale che continuamente ci giudica. Inizia la quaresima, finalmente. Inizia con un digiuno che ci aiuterà a ricordarci di cosa è davvero essenziale nella nostra vita, riferendoci a quell'unico pane che ci sazia, a quell'unica acqua che ci disseta. Quaranta giorni in cui cercheremo, come ogni anno, di fare il punto della situazione, mettendo a fuoco le cose che vanno cambiate, il peccato che ci impedisce di vivere da risorti, la tristezza che ci frena nell'essere nuove creature. Un cammino impegnativo, certo che, però, ci è necessario per non vivere appiattiti, per non anestetizzarci davanti ad una quotidianità sempre ripetitiva, sempre meno avvincente, sempre più monotona. Inizia la quaresima con l'austero segno dell'imposizione delle ceneri, per ricordarci che siamo solo polvere. Ma polvere che Dio trasfigura in luce.