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TESTO Commento su Matteo 12,38-42

Paolo Curtaz   Ti racconto la Parola

Lunedì della XVI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (21/07/2014)

Vangelo: Mt 12,38-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Di quanti segni abbiamo bisogno per convertirci finalmente alla novità di Dio? Perché mettiamo sempre in dubbio la sua presenza e la sua esistenza? Siamo come i bambini capricciosi che non credono se non vedono. Corriamo dietro ai miracoli, alle apparizioni e guardiamo con sufficienza la rivelazione dei vangeli! Gesù è irritato dalla durezza di cuore dei giudei: nonostante la sua predicazione e i segni che l'accompagnano, nonostante la testimonianza di molte persone che parlano di guarigioni, interiori ed esteriori, chiedono ancora segni. Alzano l'asticella, vogliono di più. Ma l'unico segno che viene loro mostrato è il segno di Giona. Il profeta, a malavoglia, per tre giorni percorse le strade di Ninive minacciando la fine di tutto e i niniviti gli diedero retta, convertendosi. Ma c'è di più: Gesù parla della balena, episodio posto all'inizio delle peripezie del profeta che fugge da Dio, naufraga e viene inghiottito e risputato da una balena. È una possibile allusione alla morte e resurrezione del Signore. Niente segni straordinari, allora: abbiamo tanti “Giona” che ci invitano a conversione e il grande segno della resurrezione. Non ci basta?

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