TESTO Commento su 2 Sam 5, 1
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Lunedì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (22/01/2018)
Brano biblico: 2Sam 5,1-7.10
«Vennero dunque tutti gli anziani d'Israele dal re a Ebron, il re Davide concluse con loro un'alleanza a Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re d'Israele.»
2 Sam 5, 1
Come vivere questa Parola?
Dedicheremo buona parte della settimana alla meditazione della figura di Davide, il re grande, misericordioso e peccatore. Una figura che nella sua contraddittorietà ci permette di contemplare sia la grandezza dell'uomo simile a Dio, che la meschinità di un'umanità che si dimentica di essere immagine di Dio, ma che nel suo sbagliare, impara, pentendosi, a riconoscersi sempre più come tale.
Il giovanissimo figlio di Iesse, dai capelli rossi, individuato da Samuele e da lui unto Re, è riconosciuto ora da tutti gli anziani di Israele. Davide stringe con loro un'alleanza e rinnova così la presenza di Dio in mezzo al suo popolo, con la stessa forza che ebbero Abramo e Mosè nell'istituire l'alleanza. Questa impegna Dio nei confronti del popolo e soprattutto il popolo nei confronti suoi. Dio ha permesso che Samuele accontentasse il popolo e scegliesse un Re. Ora questo re è per eccellenza la mediazione che, accolta, dice la fedeltà e l'amore del popolo a Dio. Ora questo re interpreta la presenza di Dio.
Signore, la regalità in te è servizio. Il grande Davide l'ha vissuta anche così e ci rappresenta la possibilità di essere nella nostra umanità re-servi, ad immagine tua.
La voce di Papa Francesco
“La salvezza non comincia dalla confessione della regalità di Cristo, ma dall'imitazione delle opere di misericordia mediante le quali Lui ha realizzato il Regno. Chi le compie dimostra di avere accolto la regalità di Gesù, perché ha fatto spazio nel suo cuore alla carità di Dio.”
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it