TESTO Commento su Lc 2, 25-35
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29 Dicembre - V giorno fra l'Ottava di Natale (29/12/2017)
Vangelo: Lc 2, 22-35
«Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la legge prescriveva al suo riguardo, anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio dicendo: “Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli; luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”. Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione - e anche a te una spada trafiggerà l'anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”».
Lc 2, 25-35
Come vivere questa Parola?
Dopo l'incontro dei primi tre giorni dell'Ottava di Natale (con il Protomartire Santo Stefano, con San Giovanni Evangelista e con i Santi Martiri Innocenti) il brano evangelico di questo V giorno dell'Ottava ci porta alla contemplazione dell'incontro stupendo del vecchio Simeone con Gesù Bambino: un vecchio e un bambino, l'Antico Testamento e il Nuovo Testamento, l'attesa e il compimento. Cominciamo innanzitutto con l'assaporare anche noi la gioia profonda del vecchio Simeone, che vede compiersi una lunga attesa, di chi finalmente ha raggiunto lo scopo di tutta una vita, non solo per sé, ma anche per tutto il popolo. Simeone infatti contempla e accoglie fra le sue braccia il Messia d'Israele, colui che porta la salvezza e la luce a tutti: “Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli; luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”. Si noti come il verbo principale usato da Simeone non è più al futuro, come facevano i profeti antichi, ma è al passato: “i miei occhi hanno visto la tua salvezza”.
Un atro elemento importante che attira la nostra attenzione è la presenza determinante dello Spirito Santo sul vecchio Simeone. Infatti, lo Spirito è nominato per ben tre volte a distanza ravvicinata nell'episodio: “Lo Spirito Santo era su di lui... Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte... Mosso dallo Spirito, si recò al tempio...”. È una triplice epiclesi dello Spirito che scende su Simeone! Senza lo Spirito Santo non è possibile riconoscere la presenza di Gesù.
Simeone intravede infine anche un ultimo aspetto rivolgendosi alla madre, Maria: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione, e anche a te una spada trafiggerà l'anima”. Il bambino sarà «segno di contraddizione»: luce, non accolta; cercato e rifiutato; amato e crocifisso; sconfitto e vittorioso. Una ‘contraddizione' che coinvolgerà la madre, come una spada che la trafigge.
Invito tutti, in questo Natale, a fare nostra la preghiera del vecchio Simeone, riportata qui sotto.
La voce del Vangelo
Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli; luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele (Lc 2,29-32).
Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it