TESTO Non vi lascero' orfani. Ritornero' da voi
mons. Vincenzo Paglia Diocesi di Terni
VI Domenica di Pasqua (Anno A) (01/05/2005)
Vangelo: Gv 14,15-21
«15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Il Vangelo ci riporta alla sera dell'ultima cena. Gesù si rivolge ai discepoli prima che li lasci. Non è scontato che continuino a stare insieme; e non è pacifico che si impegnino a comunicare il Vangelo sino agli estremi confini della terra. "Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi", dice loro Gesù. Li guarda con affetto e sogna l'umanità intera radunata attorno a quella mensa. Certo è davvero ingenuo confidare l'eredità in quelle mani. Ma è l'ingenuità di Dio che si affida ai piccoli e ai deboli. Gesù dice che non li lascerà soli, come degli orfani abbandonati. E annuncia la vicinanza di un "consolatore" (alla lettera un "soccorritore"), ch'è lo "Spirito di verità". D'ora in poi sarà lo Spirito il loro soccorritore permanente. È uno Spirito che il mondo né vede né conosce perché è estraneo alle logiche di questo mondo e alle tante passioni che agitano i cuori senza dare pace e salvezza. Potremmo dire che c'è bisogno ancora oggi della Pentecoste, ossia che lo Spirito del Signore scenda e faccia tremare, in uno spirituale terremoto, le pareti rigide e chiuse del nostro cuore; c'è bisogno che una nuova fiamma si posi sul capo di ciascuno e scuota dalla pigrizia e dalla paura. All'inizio di questo terzo millennio ci è chiesto di accogliere nuovamente il miracolo di quella prima Pentecoste che trasformò il cuore e la vita dei discepoli. Ma da dove inizia il miracolo della Pentecoste? Il miracolo inizia dall'amore per Gesù, dall'amore per il Vangelo. Il Vangelo accolto con fede è la fiammella che si posa sul capo dei discepoli e che scalda il loro cuore. L'amore per Gesù e per il Vangelo è l'avvio di ogni esperienza religiosa cristiana. Gesù, nell'ultima cena, rivolto ai discepoli disse loro: "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti". È la prima volta nel Vangelo che Gesù chiede ai discepoli di amarlo. Sino ad allora aveva chiesto che amassero il Padre, i poveri, i piccoli, che si amassero a vicenda tra loro. Ora, poco prima di morire, chiede che amino lui. Certo vi è una domanda di affetto; ma l'amore per Gesù non termina a lui, si riversa con abbondanza su di noi. Dice Gesù: "Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui". Questa fiammella d'amore che lo Spirito depone nel cuore di ognuno di noi è la forza interiore che ci sostiene nel cammino della vita e ci fa crescere ad immagine del Signore Gesù. È l'energia che rigenera il mondo.