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TESTO Io vi darò un altro consolatore

don Romeo Maggioni   Home Page

VI Domenica di Pasqua (Anno A) (01/05/2005)

Vangelo: Gv 14,15-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Supponiamo che a bruciapelo uno ci domandi: Per te che cosa significa essere cristiano? San Pietro oggi ci dice di "essere sempre pronti a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi" (II lettura).

Per alcuni: essere buoni, volersi bene. Per altri, un poco più preparati: imitare Gesù, realizzare il suo progetto di vita umana, obbedire al Vangelo. Giusto, ma non è tutto.

La prima lettura ci parla di alcuni che in Samaria "erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù, ma su nessuno di loro non era ancor sceso lo Spirito santo. Allora Pietro e Giovanni imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito santo".

Ecco, propriamente, l'essere cristiano è possedere lo Spirito santo ed essere guidati da Lui. Scrive san Paolo: "Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio" (Rm 8,14).

Il vangelo di oggi è la prima delle cinque promesse dello Spirito santo fatte da Gesù.

1) NON VI LASCERO' ORFANI

Con la morte e la risurrezione Gesù esce dalla sua condizione terrestre. Non è più presente fisicamente tra i suoi. Eppure ha promesso: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20). Ai discepoli che si spaventavano di fronte all'annuncio della morte imminente, Gesù dà garanzie di non lasciarli soli: "Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi". Sarà un ritorno da risorto, vivo e glorificato in mezzo a loro, che solo l'occhio della fede potrà percepire: "Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete". Difatti dopo la risurrezione i discepoli lo vedono vivo; mangiano con lui; ne toccano il corpo reale. Ma non è più come prima: entra nel cenacolo a porte chiuse, scompare alla loro vista. Sembra "un fantasma" tanto è luminoso e sa di divino...! E' un modo di presenza ben diverso, percepito solo da chi ha fede, come era capitato ai discepoli di Emmaus che l'avevano riconosciuto"allo spezzare il pane", in un contesto di celebrazione di fede.

Questo modo di presenza è durato quaranta giorni. Alludendo ad un suo nuovo modo di rapportarsi vivo con noi, Gesù aveva detto: "Beati quelli che pur non avendo visto, crederanno" (Gv 20,29). La sera stessa di Pasqua "alitò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito santo" (Gv 20,22). Nell'accomiatarsi da loro diceva: "Io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso: voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto" (Lc 24,49). Il giorno di Pentecoste una grande effusione dello Spirito darà coraggio e forza a tutta la Chiesa lanciandola per la sua missione nel mondo. E' esattamente quello che Gesù aveva promesso: "Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre".

Gesù se ne è andato, ma al suo posto - inviato da Lui e dal Padre - sta un altro che tiene il suo posto, per continuare la sua presenza e la sua opera: un altro Paraclito, dice il termine greco. Letteralmente significa: uno che è chiamato vicino, uno che parla a nostro favore, un avvocato difensore, o anche uno che sostiene, conforta: un Consolatore. Quando Gesù era tra noi nella carne, era limitato a quel tempo e in uno spazio preciso. Ora attraverso il suo Spirito è svincolato da quelle coordinate che lo limitavano per essere presente nel tempo e nello spazio, ovunque, appunto presso ogni singolo uomo, portando a destinazione personale il frutto della sua redenzione operata nella storia una volta per tutte. Lo Spirito santo - potremmo dire - è l'operaio di Cristo che nel cuore di ognuno lo rende presente ed efficace.

2) LO SPIRITO DI VERITA'

Qual è l'opera dello Spirito in noi? La prima funzione è espressa nel termine stesso usato da Gesù: il consolatore. La vita cristiana è un confronto e uno scontro continuo col mondo. A volte in questa battaglia ci sentiamo scoraggiati e confusi. Per questo un giorno Gesù ebbe a dire: "Quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come e di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi" (Mt 10,19-20). E' lo Spirito santo la nostra forza e la difesa di fronte al mondo. Sarà nostro avvocato anche presso Dio, nell'ora del giudizio. Come è detto di Gesù, il primo Paraclito: "Se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paraclito presso il Padre, Gesù Cristo giusto" (1Gv 2,1).

Gesù poi lo chiama: Spirito di verità. Gesù aveva parlato a lungo e istruito i suoi discepoli svelando grandi cose di Dio; ma un giorno si era accorto che non avevano capito molto dei suoi discorsi: "Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future" (Gv 16,12-14). La verità è la rivelazione e la comprensione di Dio fatta da Gesù Cristo. Tutti sentiamo di aver bisogno di capire meglio il mistero di Dio. Certo con più studio - magari più scientifico. Ma è solo lo Spirito santo a farci capire e gustare le cose di Dio, a penetrare il vangelo come qualcosa di significativo e decisivo per la vita.

La condizione per questa conoscenza o esperienza di Dio è l'amore: "Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui". L'opera dello Spirito santo è legata a questa nostra corrispondenza e docilità. Una volta che ci sia - e ben concreta: "Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama" -, allora il coinvolgimento è per una intimità profonda con la Trinità stessa: "In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi". Nella Trinità il legame sostanziale che lega il Padre e il Figlio è lo Spirito santo. Essendo questo vincolo, questo legame, esteso ora fino a noi, anche ognuno di noi viene a trovarsi nel giro d'amore che corre tra il Padre e il Figlio. E' il terzo grande effetto dello Spirito santo nel cuore del credente: l'inabitazione.

"Il mondo non lo può conoscere - questo Spirito di verità -, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi". Ecco ciò che distingue il cristiano dal non cristiano. Tutti e due in un certo senso cercano Dio, ma il non cristiano non ha ancora incontrato i mezzi giusti per penetrare il mistero del vero Dio. S'incontra Dio non con i nostri vaghi desideri; né con le sole notizie della sua rivelazione storica in Cristo. E' nella fede e nella forza dello Spirito santo che possiamo conoscere e capire chi è Dio per noi, e farne una profonda esperienza di comunione.

Vita cristiana è sì Parola di Dio, ma anche preghiera, sacramenti, docilità e attenzione allo Spirito santo. In altri termini è vita nella Chiesa, luogo privilegiato dell'agire dello Spirito, perché in essa dal giorno di Pentecoste è continuamente effuso su quanti vi si trovano riuniti in preghiera con gli apostoli.

 

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