TESTO Come amare il Signore? Osservando i comandamenti
don Roberto Rossi Parrocchia Regina Pacis
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VI Domenica di Pasqua (Anno A) (01/05/2005)
Vangelo: Gv 14,15-21
«15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Gesù ci ha detto: "Non vi lascerò orfani, non vi lascerò soli". Ha promesso che rimarrà sempre con noi e che ci avrebbe mandato lo Spirito Santo, il Consolatore.
Gesù dice: "Se mi amate, osservate i miei Comandamenti. E chi mi ama, sarà amato dal Padre mio e io lo amerò e gli manifesterò me stesso". Noi sappiamo che Gesù ha sintetizzato tutti i comandamenti così: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore e il prossimo tuo come te stesso". Dirà poi: Questo è il mio comandamento, il comandamento nuovo: "Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi".
Questa è una sottolineatura particolare di questa domenica: siamo richiamati ad osservare i Comandamenti di Dio, la legge che il Signore, nella sua bontà, ci ha dato. Siamo invitati a vivere secondo il Vangelo, secondo il modello che Gesù ci ha insegnato. Questa è la volontà di Dio ed è il vero bene per ogni uomo: nella volontà di Dio sta la nostra felicità. Ci si potrebbe chiedere: com'è possibile osservare i comandamenti di Dio in un mondo così contrario alla legge del Signore come il nostro?
Anzitutto dobbiamo maturare la convinzione adulta, seria, che la legge di Dio non è cervellotica, non è nata per caso. Dio conosce il cuore dell'uomo, Dio sa in che cosa consiste la nostra felicità. I Comandamenti sono semplicemente la via che Dio ci ha tracciato per essere in pace con noi stessi, col prossimo, col cosmo e, naturalmente, con Lui, Creatore e Padre. La gioia viene dalla pace nel cuore: non da condizioni esterne di fortuna, di ricchezza, di potere, ma dalla pace e dalla serenità della coscienza. Ora per essere in pace dobbiamo osservare i Comandamenti. Tutti e dieci, naturalmente. Essi sono il valore assoluto che orienta la nostra vita. Questa convinzione viene dalla fede, ma viene anche dall'esperienza quotidiana: una vera moralità, personale e pubblica, non può essere fondata che sulla legge di Dio.
Per questo ci è dato lo Spirito Santo che è Spirito di verità e di amore.
Lo Spirito Santo agisce in tanti modi. Il primo è l'amore e l'amore è la lingua che tutti comprendono.
Amare è custodire e osservare i comandamenti. "Se mi amate, osservate i miei comandamenti". Non ci è richiesto o non dobbiamo aspettarci niente di straordinario. ma nella vita ordinaria lo Spirito agisce sempre e il suo dono più grande è la carità. S. Paolo dice: vi insegno una via che è più grande di tutte: proclama l'inno alla carità, l'inno all'amore.
Lo Spirito Santo è Spirito di verità che è dato a chi si apre al Signore, ma che il mondo non conosce perché l'uomo tante volte rifiuta la regola di Dio. Basterebbe pensare al relativismo morale e alla cultura di morte che sono così presenti anche nel nostro tempo.
Non è secondo verità costruirci una nostra morale o adeguarsi alla mentalità mondana. L'atteggiamento vero è sapere che siamo deboli e che possiamo anche sbagliare, ma la debolezza è sanata dal Consolatore. Abbiamo coscienza che siamo peccatori, per questo ci affidiamo al suo perdono e andiamo avanti.
Lo Spirito è il Consolatore, il "paraclito", cioè è colui che dà forza, che difende, che intercede, che protegge, che consola, che dà coraggio.
In questo senso comprendiamo le parole di Pietro: "Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a dare ragione della speranza che è in voi, con dolcezza e rispetto e con retta coscienza". E' un dono dello Spirito quello di diffondere la speranza, quello di affrontare le responsabilità e i problemi senza scoraggiarsi.
Il cristiano oggi deve mostrare che è vivificato dalla presenza dello Spirito Santo. Con dolcezza, perché non siamo possessori di verità, perché la verità appartiene pienamente a Dio. Con rispetto, a tutti quelli che cercano la verità. Siamo uomini di speranza quando viviamo nella bontà, quando viviamo secondo i comandamenti, quando siamo nella luce della verità.
Il S. Padre Benedetto XVI, domenica scorsa, presentandosi al mondo, ci ha detto: "Chi crede non è mai solo. La volontà di Dio, che noi accogliamo, non è per noi un peso esteriore che ci opprime e ci toglie la libertà. Conoscere ciò che Dio vuole, conoscere qual è la via della vita: questa era la gioia di Israele, era il suo privilegio. Questa è anche la nostra gioia: la volontà di Dio non ci aliena, semmai ci purifica. In tal mondo non serviamo soltanto Lui, ma la salvezza di tutto il mondo, di tutta la storia.
Chi fa entrare Cristo, non perde nulla, nulla - assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. No! solo in quest'amicizia si spalancano le porte della vita. Solo in quest'amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana. Solo in quest'amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera. Così, oggi, io vorrei, con grande forza e grande convinzione, a partire dall'esperienza di una lunga vita personale, dire a voi, specialmente ai giovani: non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo - e troverete la vera vita".