TESTO Commento su Lc 19, 45-47
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Venerdì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (24/11/2017)
Vangelo: Lc 19,45-48
45Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, 46dicendo loro: «Sta scritto:
La mia casa sarà casa di preghiera.
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
47Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; 48ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.
«Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: “Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri”. Ogni giorno insegnava nel tempio».
Lc 19, 45-47.
Come vivere questa Parola?
L'episodio della cacciata dei venditori dal tempio riportato nel Vangelo odierno di Luca si trova menzionato in tutti e quattro i vangeli (Mc 11,15-19; Mt 21,12-13; Gv 2,14-16). Ciò vuol dire che esso riveste un insegnamento particolarmente importante, tanto che viene riferito da tutti e quattro gli evangelisti.
Si tratta di pochi versetti, ma densi di significato. La mèta finale del cammino di Gesù è Gerusalemme, ma l'obiettivo ultimo del suo ingresso nella città santa è il tempio. Infatti, il ‘vangelo dell'infanzia' (Lc 2,22-32 e 41-50) si conclude con l'ingresso di Gesù e con la sua permanenza nel tempio. Nel tempio poi si raccoglieranno i suoi discepoli per pregare e per annunciare la Parola (Lc 24-53). Ora Gesù prende possesso finalmente del tempio di Gerusalemme rivendicandone la funzione originaria con una citazione del profeta Isaia: «Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera» (Isaia 56,7) e un'altra del profeta Geremia 7,11: «Forse per voi è un covo di ladri questo tempio sul quale è stato invocato il mio nome?».
Gesù annuncia con forza che “la casa del Signore” è un luogo di preghiera, cioè di incontro con Dio e con i fratelli, e non un luogo di mercato.
Quanto è attuale anche ai nostri giorni questo insegnamento di Gesù! Purtroppo l'incontro domenicale di molti nostri fedeli nella chiesa, si riduce sovente a una presenza formale ed esteriore, distratta e svagata, fatta di preghiere ripetute in formule stereotipate, e non un vero incontro nella preghiera!
Le nostre chiese hanno bisogno di purificarsi da forme di pietà superficiali e devozionalistiche, e di liberarsi dai mercanti che strumentalizzano la Chiesa. Esse devono tornare ad essere una vera casa di preghiera, come ci ha insegnato Gesù nel suo Vangelo!
Ancora la voce della Bibbia
«Dice il Signore: “... Questo popolo si avvicina a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è lontano da me”»
Isaia 29,13
Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it