PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su 2Mac. 7, 1; 20-21; 27-29

Casa di Preghiera San Biagio FMA   Home Page

Mercoledì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (22/11/2017)

Brano biblico: 2Mac 7,1.20-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 19,11-28

11Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, disse ancora una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. 12Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. 13Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. 14Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. 15Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. 16Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. 17Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. 18Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. 19Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. 20Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; 21avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. 22Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: 23perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. 24Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. 25Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. 26“Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. 27E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».

28Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.

«In quei giorni ci fu il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite. Soprattutto la madre era ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché, vedendo morire sette figli in un solo giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore. Esortava ciascuno di loro nella lingua dei padri, piena di nobili sentimenti e, temprando la tenerezza femminile con un coraggio virile, diceva (al più giovane): “Figlio, abbi pietà di me, che ti ho portato in seno nove mesi, che ti ho allattato per tre anni, ti ho allevato, ti ho condotto a questa età e ti ho dato il nutrimento. Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l'origine del genere umano. Non temere questo carnefice, ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia”».
2Mac. 7, 1; 20-21; 27-29

Come vivere questa Parola?
Questa volta mi soffermerò brevemente sulla prima lettura del giorno, tratta dal secondo libro dei Maccabei e riportata riassuntivamente più sopra. Per un duplice motivo: primo, per evitare ripetizioni noiose, giacché il Vangelo odierno di Luca è l'identica versione, con poche varianti, di quella già meditata nel Vangelo di Matteo domenica scorsa (a cui rimandiamo); secondo, perché questo bel libro della sacra Scrittura è raramente citato dalla liturgia e poco conosciuto.
Ci troviamo come spettatori immersi in una scena di martirio cruento di sette fratelli e della loro eroica madre, ove il protagonista non è il crudele tiranno di quel tempo, ma la voce alta della fede di Israele, che per la prima volta proclama ad alta voce la certezza della risurrezione e della vita eterna che verrà consegnata ai martiri. Il periodo storico è quello del dominio del re Antioco IV Epifane (175-164 a. C.) che mirava a estendere il culto delle divinità greche anche nella popolazione giudaica. Fu questo un momento terribile di persecuzione per tutti gli osservanti del culto ebraico e della Legge, secondo la tradizione dei padri, e che si opponevano con tutte le forze al processo di ellenizzazione pagana, sistematicamente perseguito dai dominatori del tempo, i Seleucidi. Ben presto questi racconti edificanti divennero un modello molto seguito per i successivi atti dei martiri e contribuirono a infondere coraggio e forza ai perseguitati.
Il brano che leggiamo si sofferma sulle affermazioni tenere e commoventi della madre dei fratelli maccabei di fronte all'ultimo figlio più giovane che sta per essere trucidato: “Non temere questo carnefice, ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia”.
Testi come questi ritornano oggi di bruciante attualità anche per noi cristiani del terzo millennio!

La voce di un Autore spirituale del nostro tempo
“Riaccendi nel nostro cuore il tuo folle amore per il rischio, la tua incrollabile fiducia nella vita. Ridonaci la passione per la vera vita dell'uomo, l'ardimento di anteporre a tutto il compimento del tuo amore”.
G. VANNUCCI, La vita senza fine, Milano 1985), p. 221

Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it

 

Ricerca avanzata  (55475 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: