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TESTO Date a Cesare ciò che è di Cesare, date a Dio ciò che è di Dio

don Roberto Rossi   Parrocchia Regina Pacis

XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (22/10/2017)

Vangelo: Mt 22,15-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 15i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. 16Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. 17Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». 18Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? 19Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. 20Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». 21Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

Questo vangelo ci illumina nel cammino della nostra comunità cristiana in questi anni: “Cristiani adulti, cittadini responsabili”. Il cristiano diventa adulto quando è in grado di assumere le responsabilità tipiche degli adulti nella società e nella Chiesa. Nella sua vita di fede dentro la comunità sa scegliere, dopo opportuno discernimento, la sua vocazione, la sua partecipazione alla vita della Chiesa.

Anche nella società il cristiano adulto esercita un discernimento personale e comunitario, che lo guida in coscienza a fare le scelte opportune. Nella vita sociale diventa cittadino a tutti gli effetti, ha la responsabilità politica del voto, ha la responsabilità sociale della famiglia e del lavoro e la responsabilità colturale dello sviluppo del pensiero e della vita dell'intera società. Questa costituisce un laboratorio costante di modelli di vita comune che comprende l'aspetto della promozione dei diritti e l'educazione dei doveri di tutti, perché a tutti si riconosca uguale dignità. La cittadinanza responsabile apre al protagonismo di tutti i singoli cittadini. Nelle loro scelte personali, nei loro stili di vita, nelle loro dinamiche culturali, esprimono e realizzano un concetto preciso di società; interagiscono con le strutture sociali e con le autorità che le guidano.

Possiamo ricordare anche le parole chiare e profonde che papa Francesco ha pronunciato nella visita a Cesena il 1° ottobre scorso, a riguardo delle responsabilità sociali e politiche di ciascuno.

“La centralità della piazza manda il messaggio che è essenziale lavorare tutti insieme per il bene comune. E' questa la base del buon governo della città, che la rende bella, sana e accogliente, crocevia di iniziative e motore di uno sviluppo sostenibile e integrale.

Questa piazza, come tutte le altre piazze d'Italia, richiama la necessità, per la vita della comunità, della buona politica; non di quella asservita alle ambizioni individuali o alla prepotenza di fazioni o centri di interessi. Una politica che non sia né serva né padrona, ma amica e collaboratrice; non paurosa o avventata, ma responsabile e quindi coraggiosa e prudente nello stesso tempo; che faccia crescere il coinvolgimento delle persone, la loro progressiva inclusione e partecipazione; che non lasci ai margini alcune categorie, che non saccheggi e inquini le risorse naturali - esse infatti non sono un pozzo senza fondo ma un tesoro donatoci da Dio perché lo usiamo con rispetto e intelligenza. Una politica che sappia armonizzare le legittime aspirazioni dei singoli e dei gruppi tenendo il timone ben saldo sull'interesse dell'intera cittadinanza.

Questo è il volto autentico della politica e la sua ragion d'essere: un servizio inestimabile al bene all'intera collettività. E questo è il motivo per cui la dottrina sociale della Chiesa la considera una nobile forma di carità. Invito perciò giovani e meno giovani a prepararsi adeguatamente e impegnarsi personalmente in questo campo, assumendo fin dall'inizio la prospettiva del bene comune e respingendo ogni anche minima forma di corruzione”.

Oggi è la Giornata Missionaria Mondiale: la preghiera, la sensibilità, l'aiuto ai Missionari sono un segno ben preciso della nostra fede, dell'amore al vangelo da portare a tutti, in tutta la terra; esprimono la volontà di essere cittadini del mondo, in atteggiamento di ricerca e di servizio per la pace e la dignità e lo sviluppo di ogni vita, di amore ai più poveri della terra, a quanti hanno bisogno della luce e della forza del Signore.

 

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