TESTO L'acqua per la nostra sete
don Roberto Rossi Parrocchia Regina Pacis
III Domenica di Quaresima (Anno A) (03/03/2002)
Vangelo: Gv 4,5-42
In quel tempo, Gesù 5giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. 9Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». 13Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». 15«Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 16Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». 17Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. 18Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 19Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! 20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
27In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». 28La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: 29«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». 30Uscirono dalla città e andavano da lui.
31Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». 32Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». 33E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». 34Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 35Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 36Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. 37In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. 38Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». 40E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. 41Molti di più credettero per la sua parola 42e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
Il vangelo ci riporta l'episodio della samaritana al pozzo di Sichem.
Gesù è venuto a cercare e a salvare tutti. E va a incontrare le persone là dove si trovano, nei problemi in cui si dibattono.
Così quel giorno vuole incontrare la samaritana. La attende al pozzo. Inizia un dialogo. Si fa bisognoso, chiede un favore: "Dammi da bere". Anche il più grande peccatore può fare qualcosa per il più santo. Questo pensa e crede Gesù. Chiede alla donna un po' d'acqua: il Signore dell'universo si fa mendicante per dare all'uomo la possibilità di vivere la più bella caratteristica di Dio: il dono, l'essere per gli altri, il vivere per gli altri. Poi porta avanti un dialogo delicato, difficile, con tutte le diffidenze che la donna dimostra e gli interrogativi che esprime.
E' una samaritana, cioè una straniera, una scomunicata, e - lo sapremo dopo - una peccatrice. Gesù non fa distinzione di persone, di razza, di religione, di situazione morale.
Non giudica, non rinprovera. Ho solo il desiderio di parlare al cuore e di aiutare a trasformare la vita, a salvarsi. E' venuto proprio per questo: "Ho altre pecore, anche quelle devo salvare", "non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati". Parla della sete fisica per far conoscere quella sete interiore, profonda quanto il pozzo, che fa spasimare ogni uomo ed lo fa anelare alla sorgente della salvezza. Rivelando alla donna la vera sete che la tormenta, fa nascere in lei il desiderio, la richiesta libera e consapevole della "sua" acqua. Gesù, incontrando la Samaritana, comunica la vita che possiede in sé e la fa rinascere a vita nuova. Il suo sguardo luminoso di verità che scandaglia le profondità del cuore, accompagna la donna nella presa di coscienza della sua realtà di peccato.
"Se tu conoscessi il dono di Dio e chi ti chiede da bere, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva". "Chi beve dell'acqua che io darò non avrà più sete, e quest'acqua diventerà sorgente di vita eterna". Gesù porta il discorso sul problema della vera sete della persona. Egli ricorda alla donna che la sete delle cose di quaggiù è solo una spinta a cercare: tutto il mondo messo insieme non può riempire il cuore umano, non può risolvere il problema di una vita. Esiste un'altra acqua, esiste un'altra felicità: più piena, più vera, più autentica. Il cuore dell'uomo ha sete di infinito. L'esperienza di S. Agostino, di S. Francesco e di tanti altri ci testimonia proprio questo.
Il Signore è l'acqua vera per la nostra sete, la risposta alle nostre inquietudini pofonde. E l'acqua che Gesù darà è il battesimo, è la sua grazia e la sua forza per sempre.
Anche noi abbiamo tanta sete, aridità, interrogativi e problemi.
"Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia ha sete del Dio vivente!" "L'animamia ha sete del Dio vivente, quando verrò e vedrò il tuo volto?". Sentiamo nostro l'anelito profondo espresso in questio salmo.
La donna dice: "Vedo che sei un profeta. dove si deve adorare Dio, su questo monte o in Gerusalemme?"
Gesù risponde: "E' giunto il momento, i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità". Le strutture, i luoghi, il tempio conservano il loro valore, ma quello che conta è la fede, il cuore, l'intenzione, la ricerca sincera della verità.
"So che deve venire il Messia, quando verrà ci annunzierà ogni cosa". Le disse Gesù: "Sono io che ti parlo". A lei rivela se stesso e la sua missione. Gesù sapeva che la donna viveva una situazione familiare strana: avrebbe portuto umiliarla e buttarle in faccia i suoi peccati. Invece non lo fa. La mette di fronte all'illusione delle sue speranze, le fa toccare con mano il fallimento della sua vita. Egli vuole liberarla: vuole darle la felicità vera.
La donna ha percepito qualcosa di quest'uomo che afferma di essere il Messia e si fa annunciatrice, apostola, testimone di lui ai suoi concittadini. E molti credettero in Lui. Alla donna del vangelo Gesù si rivela come Dio. Dapprima sotto l'immagine dell'acqua che disseta per la vita eterna, dopo come il Messia atteso: "Sono io, che parlo con te". In Gesù, il Signore parla con l'uomo e lo fa rinascere nella comunione con lui. E' questa donna, è questa umanità che Dio è venuto a cercare per portarle la salvezza. Questa umanità l'ha trovata ad un pozzo, come è successo ai Padri dell'antico Israele e questo pozzo è per noi il fonte battesimale, è ogni incontro di grazia e di salvezza con l'amore infinito di Dio. Questo pozzo è il Cristo stesso, la roccia da cui sgorgano fiumi d'acqua viva per la nostra salvezza. Questo pozzo è il suo costato, da cui sgorgheranno sangue ed acqua: i sacramenti e la Chiesa!
Anche noi cerchiamo nella vita qualcosa che soddisfi la nostra sete di felicità. Gesù è seduto sull'orlo del pozzo, accanto alle nostre situazioni. Egli ci ricorda che esiste un'acqua viva, che è dono di Dio e ci invita a seguirlo. "Dio non è una goccia di gioia, è l'oceano infinito della gioia".
"Signore dà anche a me la tua acqua, fa' che la mia vita sostenuta dalla tua grazia e dalla tua forza; fa' che creda veramente in te, sempre!".