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TESTO Che si viva in comunione!

padre Gian Franco Scarpitta  

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno A) (29/05/2005)

Vangelo: Gv 6,51-58 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Non è affatto fuori luogo, nell'ambito della liturgia odierna, soffermare la nostra attenzione sull'importanza del pane quale elemento di alimentazione primaria e sulla necessità quanto mai urgente che esso venga garantito a tutti gli uomini.

Mentre infatti l'Europa opulenta e forte delle sue sicurezze materiali confonde l'utile con il superfluo, secondo un modo di pensare per il quale si è all'altezza degli altri solo nella misura in cui si possiedono le banalità che altri hanno, numerosissime popolazioni dell'Africa e dell'America Latina si vedono costrette ad assistere alla morte di tanti uomini, donne e bambini a causa della carenza di cibo, e soprattutto del cibo di prima necessità: il pane.

Ma neppure la prosperosa Europa è esentata dall'assillo della denutrizione: mentre non di rado i nostri fanciulli pretendono questo e altro a tavola, non ci rendiamo neppure conto di tutti gli stati di malessere causati dall'assenza di bcibo che passano inosservati perfino nel nostro rione. Molte volte si sente dire che la povertà dalle nostre parti non esiste, ci si illude che il problema della denutrizione non sia così impellente, quando invece essa miete molte vittime all'insaputa di tutti.

Occorre ristabilire un senso di giustizia che garantisca la ripartizione dei beni a ciascuno secondo il bisogno, e questo specialmente quando si tratti di soddisfare in modo determinante le esigenze primarie di sopravvivenza, affinché a nessuno venga a mancare almeno il pane.

E' questo infatti il cibo primariamente indispensabile ed è cosa riprovevole che al giorno d'oggi esso non venga garantito a tutti mentre si verificano moltissimi situazioni di fame, miseria, abbandono e vengono lesi i primari diritti dell'uomo.

Come dicevamo all'inizio tali riflessioni non esulano affatto dal contesto del nostro discorso odierno: Gesù pane di vita. Uno dei motivi per cui Egli ci si qualifica come tale è appunto la rivendicazione che tutti abbiano il necessario sostentamento; cosicché la prima lettura, ambientata nel contesto della peregrinazione del popolo di Israele nel deserto, sottende alla divina tendenza ad assicurare agli uomini l'alimento di vita essenziale: tutti i giorni gli Israeliti, pur non sapendo inizialmente che cos'hanno di fronte (man hu= manna= che cos'è?) hanno la garanzia di poter appagare la loro necessità alimentare in quell'elemento che costituisce il pane quotidiano e che sia in questo contesto sia altrove Dio garantisce loro tutti i giorni. Il giorno prima del Sabato ne farà trovare in quantità superiore, in modo che possa bastare anche per la giornata seguente (il Sabato giorno di festa); e anche Gesù attesta che il nostro sostentamento ci deriva in modo certo ed effettivo dal Padre, secondo la famosa preghiera "Dacci oggi il nostro pane quotidiano", ma è soprattutto Egli stesso che ci si offre quale alimento di vita.

Nell'Eucarestia Gesù riafferma infatti la sua presenza effettiva, sostanziale e reale. Se infatti Egli è presente sotto molteplici forme e sotto vari aspetti che la Chiesa ci sempre insegnato, quali la preghiera personale e liturgica, la comunione fra di noi (Dove due o più sono uniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro) avviene che nel Sacramento del pane e del vino la sostanza di questi medesimi elementi si trasforma: le apparenze esteriori (colore, sapore) restano le stesso ma l'entità (il CHE COS'E') cambia nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Presenza insomma reale e sostanziale, con la quale Cristo si da a noi quale cibo e alimento, facendosi mangiare materialmente dai suoi fedeli perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza...

Come si diceva in altro luogo, sempre in merito all'Eucarestia, il pane vivo Gesù Cristo merita le attenzioni dello stupore, della meraviglia e della contemplazione, poiché si tratta pur sempre di un mistero ineffabile da guardare con somma riverenza; il compianto Giovanni Paolo II affermava che dal mistero stesso scaturiva l'intero Anno eucaristico.

Tuttavia adorarLo non è sufficiente: occorre assumerlo e recarlo agli altri nella vita piena che attesti appunto la presenza di Cristo attraverso di noi, testimoniarlo in modo convincente in tutto il mondo e in ogni situazione.

Il pane vivo disceso dal Cielo Gesù Cristo qualifica l'esistenza dell'uomo ed è di sprone alla comunione fra i fedeli e alla solidarietà con gli altri uomini, specialmente con i bisognosi; ecco perché è inammissibile che presso tante persone al giorno d'oggi manchi perfino il pane, alimento che Dio ha garantito a tutti e che l'uomo deve garantire ai suoi simili. Così come è inammissibile che manchi la comunione fra di noi, la giustizia e la solidarietà mentre a molti problemi si suole trovare rimedio con il vano rumoreggiare delle armi o con la preponderanza di se stessi nella violenza.

Cristo è il pane vivo disceso dal cielo; unico alimento in grado di sfamare e di accomunare e rivendica ancora una volta dopo centinaia di anni la necessita che si viva in comunione e in solidarietà nella pace e nella giustizia, che scaturiscono dalla soddisfazione dei fabbisogni umani e dal debellamento della fame e della precarietà economica che affligge singoli e intere comunità umante... Che tutti si abbia il pane e che si viva in comunione!

 

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