TESTO Commento su Mt 22, 4-5; 8-9; 10-13
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XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (15/10/2017)
Vangelo: Mt 22,1-14
In quel tempo, 1Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. 11Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. 12Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. 13Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. 14Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Forma breve: Mt 22,1-10
In quel tempo, 1Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
«“Ecco, ho preparato il mio pranzo... e tutto è pronto, venite alle nozze...”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari... Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze...”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l'abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l'abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori...Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti”».
Mt 22, 4-5; 8-9; 10-13
Come vivere questa Parola?
La parabola che ci viene presentata dal Vangelo di Matteo in questa Domenica è abbastanza ‘inquietante'. Ci sembra strano il comportamento di questo re e non capiamo perché tutti gli invitati declinano l'invito alla festa di nozze e continuano a inseguire gli affari della loro vita! Quegli invitati siamo noi, ciascuno di noi, che non riesce a comprendere il valore, la gioia di partecipare alla festa del banchetto di nozze, ma reagisce interiormente con una battuta: “Io ho altro da fare!”. Possiamo individuare due categorie di persone che vedono Dio come un ‘intruso' scomodo che viene a disturbare la vita.
- Vi sono gli indifferenti: quelli che non hanno tempo per Dio, perché hanno sempre tante cose urgenti e serie da fare e che pensano di bastare a se stessi e di non avere alcun bisogno di Dio. Costoro non s'accorgono nemmeno che dalla loro vita vissuta in tal modo è assente la gioia vera, la gratuità, l'amore, proprio ciò che Dio vorrebbe donare loro invitandoli alla sua festa.
- Vi sono poi quelli che sono stati educati da una certa spiritualità giansenistica del passato a concepire Dio come un ‘guastafeste'. Costoro, nella loro formazione cristiana, hanno incontrato persone che hanno presentato loro una vita cristiana fatta quasi esclusivamente di sacrifici, di rinunce, di mortificazioni, di doveri: una vita cristiana senza gioia, senza festa. Questi pensano, non proprio secondo il Vangelo odierno, che essere cristiani voglia dire vendere tutto, ma senza trovare poi nessun tesoro! Essi, nella loro religiosità poco evangelica e calcolatrice, sono infastiditi da un Dio austero che toglie valore e gioia alla vita. E perciò cercano di starne alla larga.
E noi a quale categoria di persone apparteniamo? Il vangelo di questa Domenica dovrebbe farci intravedere e bramare la bontà e la bellezza di un Dio rivelatoci da Gesù nel suo Vangelo che fa festa e ci invita alla gioia.
La voce del fondatore del Didaskaleion Alessandrino
“Tutta la vita del cristiano è una santa festa”
Clemente Alessandrino, Stromati VII/7 [49,4]
Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it