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TESTO Amo il Signore e ascolto la sua parola

don Walter Magni   Chiesa di Milano

V domenica dopo il martirio di S. Giovanni il Precursore (Anno A) (01/10/2017)

Vangelo: Mt 22,34-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 22,34-40

34Allora i farisei, avendo udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Il Vangelo di questa domenica si risolve tutto nella domanda di un dottore della Legge e nella risposta di Gesù che ci riporta al primato dell'amore. Anche se noi poniamo domande alte ed esigenti, Gesù risponde riferendoSi all'unico orizzonte che giustifica la Sua esistenza, interamente attraversata dall'amore di Dio.

Ascoltare l'amore
Gesù risponde citando il capitolo VI del Deuteronomio. Nel contesto della proclamazione delle dieci Parole più importanti della Scrittura, i dieci comandamenti, va colto l'incipit di quel passaggio: “Ascolta, Israele (...). Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente” (Dt 6,4-5; Mc 12,29). Se vogliamo addentrarci nelle profondità dell'amore di Dio, dell'amore che è Dio, siamo invitati a obbedire anzitutto al comandamento dell'ascolto: ascolta Israele! Sappiamo che all'amore non si può comandare, come non lo si comanda a due giovani innamorati. Importa, piuttosto, accorgersi dell'amore. Ascoltandolo, scorgendolo là dove già si trova. Là dove Dio l'ha deposto e consegnato, anche nelle fenditure e nelle ferite della nostra umanità. Pertanto va affinato un fiuto, va avviato un esercizio preciso. Con l'urgenza propria dell'innamorato che intuendo la presenza dell'amata, ha il solo desiderio di vederla. Importa rendersi conto di quanto amore ci attraversa, quanto amore ti ha generato e quanto amore ancora ti circonda. Capita di incontrare coppie di giovani innamorati che desiderano il matrimonio cristiano. Li guardo stupito, mentre mi si parano davanti. Lanciandosi furtivamente uno sguardo, talvolta tenendosi per mano. E intanto mi ripeto dentro, stando al cospetto della loro tenera bellezza: ma guarda come si amano! Quanto amore li attraversa da tempo. Cosa posso ricordare loro dell'amore che già non sanno? Così cerco di sorprenderli dicendo: come posso regalarvi Gesù?

L'amore è amare
Provocato, Gesù non risponde con una definizione o con un ragionamento articolato. Gesù declina l'amore con l'amare: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente (...). Amerai il tuo prossimo come te stesso”. L'amore, se già l'hai riconosciuto e accolto, ascoltato, non ti si ferma dentro, non lo puoi fermare. Subito si diffonde come i raggi del sole appena compare all'orizzonte; come l'acqua che si riversa all'improvviso quando rompe i suoi argini. Non esistono libri che spieghino l'amore. Come non esiste un amore platonico e astratto dalla reale vita degli uomini. L'amore è tutto consegnato nell'amare. Amare soltanto. Come qualcosa che semplicemente si fa, senza pretendere di disquisire. Papa Francesco, con una di quelle sue espressioni ad effetto direbbe che più semplicemente che l'amore è artigianale: “Il matrimonio è anche un lavoro di tutti i giorni. Un lavoro artigianale, da oreficeria. Il marito ha il compito di fare più donna la moglie e la moglie quello di fare più uomo il marito” (14.02.2014, incontrando ai fidanzati). Così ha fatto Dio per primo, creandoci nell'amore a sua immagine e somiglianza. E così, da vero amante, desidera che gli rispondiamo: riamandolo e amandoci tra noi senza fermaci, senza condizioni. Come danzando l'amore, semplicemente imparando alcuni passi: “Per essere un buon danzatore, con te come con tutti, non occorre sapere dove la danza conduce. Basta seguire, essere gioioso, essere leggero, e soprattutto non essere rigido”. Così cantava una mistica francese del secolo scorso (Madeleine Delbrel, Il ballo dell'obbedienza).

Questione di cuore
C'è un passaggio finale dell'omelia del neo Arcivescovo di Milano, Mario, pronunciata in occasione del suo ingresso in Diocesi, che fa bene riascoltare: “Ogni uomo, ogni donna è reso capace di amare come Gesù ha amato, è reso partecipe della vita di Dio e della sua gloria. In ogni luogo della terra, in ogni tempo della storia, oggi, dappertutto, in qualsiasi desolazione, in qualsiasi evento tragico, in qualsiasi tribolazione Dio continua ad amare e a rendere ogni uomo e ogni donna capace di amare” (24.9.2017). Come continuare la danza dell'amore che Gesù ci ha insegnato? La strada è già tracciata: “(Amerai il Signore tuo Dio) con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente...”. Amare è anzitutto questione di cuore, di tutte le dimensioni del cuore: “Amerai (...) con tutto il tuo cuore”. Facilmente noi scivoliamo sul fare, pretendendo di dare corpo all'amore facendo certe cose. L'amare però appartiene a una sfera più segreta e profonda. Ha la pretesa di coinvolgere tutto, proprio tutte le dimensioni dell'esistenza: “con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Solo così l'amare si distende nella tua esistenza, trasformando la tua vita in un solo grande gesto che profuma di gratuita e di bellezza. Come quello di Gesù crocifisso, che “avendo amato i suoi li amò sino alla fine” (Gv 13,1).
Quando intravvedi una méta così alta, ti domandi se quanto hai osato dire risponda almeno un poco alla domanda ch'era stata posta all'inizio. Percepisci piuttosto tutto il tuo limite e, come scriveva una poetessa polacca, “chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte” (W. Szymborska).

 

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