TESTO Commento su Ap 1,5-8
Monastero Domenicano Matris Domini Home Page
XXXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) - Cristo Re (22/11/2015)
Brano biblico: Ap 1,5-8
33Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». 34Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». 35Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». 36Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 37Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Collocazione del brano
Questo brano fa parte della prima pagina dell'Apocalisse, che si apre come una specie di lettera inviata dall'apostolo Giovanni alle sette chiese che sono nell'Asia (cioè nell'attuale Turchia). Giovanni invia a queste chiese la grazia e la pace che vengono dal Padre e da Gesù Cristo. Nel citare quest'ultimo indica le sue caratteristiche principali, lo loda e ricorda che sta per ritornare sulla terra. Questa descrizione di Gesù ci aiuta oggi a riflettere sul suo essere re dell'universo.
Lectio
5Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
Troviamo qui una solenne professione di fede in Cristo. In poche parole sono ricordati i motivi della sua grandezza e della nostra fede in lui. Gesù è il testimone fedele della promessa fatta un tempo a Davide (2Sam 7,1) e realizzata in lui. E' primogenito dei morti, poiché è il primo ad essere risorto. E dopo la distruzione dei suoi nemici diventerà sovrano dei re della terra, un titolo con cui si fregiava ufficialmente l'imperatore romano.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, 6che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Gesù ha fatto tutto questo per amore e grazie alla sua morte in croce ci ha liberati dai nostri peccati. Questa liberazione ha un altro effetto: ci ha resi un regno, un popolo di sacerdoti che rendono culto a Dio. La professione di fede sfocia nell'adorazione, a Gesù Cristo si tributa gloria e potenza nei secoli. L'amen pone il sigillo a questa professione di fede. Gli amen sono molto diffusi nell'Apocalisse, sono echi di inni liturgici che sono stati inseriti nel testo. In essi possiamo scorgere anche una polemica contro il culto dell'imperatore.
7Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo trafissero, e per lui tutte le tribù della terra si batteranno il petto. Sì, Amen!
In questo versetto si ritrovano le profezie riguardanti il Messia. Il Cristo doveva ritornare nella gloria sulle nubi, come il figlio dell'uomo di Dn 7,13. Davanti a lui si batteranno il petto (Zc 12,10.14), anche quelli che lo trafissero, cioè anche l'impero romano.
8Dice il Signore Dio: Io sono l'Alfa e l'Omèga, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!
L'alfa e l'omega sono la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto greco. Gesù attribuisce a sé una qualità di Dio, l'essere principio e fine di ogni cosa.
Meditiamo
- Ho mai pensato a Gesù come testimone fedele?
- In che senso siamo un popolo di sacerdoti?
- Mi sento inserito nel tutto (alfa e omega) che è Dio?