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TESTO Commento su At 2,28

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III Domenica di Pasqua (Anno A) (10/04/2005)

Brano biblico: At 2,28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,13-35

13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Dalla Parola del giorno

Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza.

Come vivere questa Parola?

Il versetto, riportato da Pietro nel suo discorso, è preso dal salmo 16 (15), in cui l'orante schiude uno spiraglio su quell'orizzonte di luce che ci attende oltre l'esistenza terrena. Pietro lo applica a pieno titolo a Gesù, la cui carne "non vide corruzione". Un esplicito riferimento alla sua risurrezione, approdo di un'esistenza tutta protesa a battere "la via della vita", cioè a realizzare la volontà del Padre. Un sentiero di luce che, oggi, il Risorto indica a ciascuno di noi. Sì, la via della volontà di Dio è "la via della vita". Altro che peso opprimente a cui ci si assoggetta scalptan-do! È seguendo le indicazioni di rotta che il Padre ci dà, che si approda alla gioia piena della sua presenza. E questo non come una meta da deferire al termine del pellegrinaggio terreno. Già sin d'ora, siamo chiamati a vivere nella gioia di questa luminosa Presenza. Sì, perché Dio è sempre "davanti a me", "alla mia destra". Proprio come un av-vocato o un prode guerriero che tiene libera la sua destra per proteggermi. E io vivo alla sua ombra, e di questa ce-tezza nutro i miei giorni, attingendovi quell'ottimismo che mi spinge a "vivere" e non a "lasciarmi vivere", a camminare sentendo che il mio andare ha un senso, il mio impegno una meta e il mio morire un luminoso approdo.

Oggi, nel mio rientro al cuore, sosterò in quieta contemplazione del Risorto e confermerò la mia fede nella resur-rzione che coinvolgerà anche me.

Indicami, Signore, le vie della vita, perché anch'io approdi alla gioia della tua Presenza.

La voce del delegato apostolico in Terra Santa

Giovanni Paolo II ci ha insegnato ad essere cristiani mettendo la figura di Cristo ed il suo vangelo come motore interiore del pensare, del sentire e dell'agire. Ci ha insegnato ad utilizzare la vita non come un banale succedersi di giorni ma come un impegno per rendere il mondo migliore e più fraterno. In altre parole ci ha insegnato a vivere e anche a morire
Mons. Sambi

 

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