TESTO Commento su Matteo 15,21-28
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XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (20/08/2017)
Vangelo: Mt 15,21-28
In quel tempo, 21partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. 22Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». 23Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». 24Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». 25Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». 26Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 27«È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
COMMENTO ALLE LETTURE
Commento a cura di don Marco Simeone
Se si potesse dare un sottotitolo a questa domenica la potremmo chiamare "la salvezza che non ti aspetti": il vangelo è tra quelli che a prima vista ci crea un senso di fastidio o di ingiustizia, che c'è di più ingiusto che ignorare le richieste di aiuto da parte di una mamma per la figlia?
E specialmente da parte di Gesù che faceva miracoli a destra e sinistra, a chi lo meritava e chi no, che dice di essere quello che svela il volto misericordioso del Padre...
Quello di oggi è un brano che va capito bene, B. Russell diceva che addirittura non poteva essere cristiano per questa durezza, ma secondo me è solo un brano che ci insegna a leggere il vangelo con più attenzione: il Vangelo non si legge per sapere come va a finire (chi è l'assassino..) oppure dicendo "questa tanto la so", proprio perché la salvezza è dove non te l'aspetteresti, altrimenti l'avresti già trovata..
Il brano inizia con Gesù che va verso Tiro e Sidone, due grandi centri fuori da Israele (oggi Libano): è un viaggio fuori da Israele. Poco prima il vangelo di Matteo ci racconta di uno scontro con gli scribi ed i farisei, forse è una boccata d'aria, forse è mostrare che la salvezza ha bisogno di aria fresca, di non essere chiusa fra 4 mura, di guardare ed andare oltre. Quello che c'è di sicuro è che questa donna si rivolge a Gesù, e da come parla (lo chiama Figlio di Davide!) qualcosina la conosce, però forse si rivolge a Gesù come l'ennesimo rimedio (tanto ho provato quasi tutto..), certamente spinta dalla disperazione di vedere la figlia tormentata da un demonio, non perché crede veramente in Lui, ma solo perché in fondo è solo uno famoso!
Noi cosa avremmo fatto al posto di Gesù? Beh certamente un miracolo al volo!
Ma Gesù non si ferma lì: quale è la salvezza vera? Ritornare indietro a quando tutto funzionava o capire che anche quel momento è un momento di grazia, perché stai davanti al Signore che guarisce tutta la tua vita?
Se avesse fatto lì il miracolo avrebbe avuto la gratitudine di quella mamma ma poi sarebbe tornato tutto come prima. Gesù va in profondità e le fa fare un cammino di fede, a lei ieri come a noi oggi, non le fa semplicemente sospirare quel miracolo, le vuole far alzare la testa dal dono alla mano di Colui che fa il dono. Questo è il senso di questa apparente durezza, una durezza che colpisce anche i discepoli, perché è un cammino ruvido, esigente, ma come solo l'amore sa esserlo per il bene dell'altro. Quando tornerà a casa la vita di quella mamma non sarà più la stessa, perché ha incontrato il Signore, sa che la sua vita è preziosa ai Suoi occhi, che qualsiasi problema avrà da quel momento in poi non sarà più sola, che sua figlia è amata e protetta da Dio.
Proprio quel problema così crudele è diventato un trampolino per incontrare il Signore che salva veramente, che guarisce in modo definitivo, che trasforma veramente la vita.
Gesù non ha paura di deludere le nostre aspettative (se non fai questo non mi vuoi bene..) perché ci vuole bene realmente, ogni volta ci dona la Sua vita, non ci fa contenti, correndo il rischio di non farci sapere cosa ci faccia bene davvero, limitandoci solo ad evitare la sofferenza.
La fede di questa donna senza nome, è "davvero grande", il complimento più bello Gesù lo fa ad una straniera (se vi ricordate anche al centurione di Cafarnao); proprio a quelli che non sono titolati ad avere la fede, tutt'altra cosa da farisei e scribi che sapevano a memoria tutta la bibbia o i sacerdoti che offrivano sacrifici al Signore nel Tempio di Gerusalemme. Ma mentre questi "ultimi" sanno di non poter esigere nulla, stanno in quell'umiltà di chi sa di essere l'ultimo, hanno anche il coraggio di farsi prendere per mano da Gesù che li porta a credere.
Tutti i "capoccioni" di Gerusalemme si sentivano già arrivati, in fondo so tutto, faccio il 101%, Gesù deve solo dirmi che sono bravo e darmi una pacca sulla spalla.. questi sono quelli che come Gesù gli parlerà del Padre lo rifiuteranno e lo metteranno in croce.
Questo non è accaduto solo 2000 anni fa, quante volte noi diciamo a Dio quello che deve fare?
Quante domande su Dio che non nascono dal desiderio di camminare veramente ma solo per perdere tempo e ingannarci. Alla donna cananea è bastato solo un incontro per credere veramente, ma a noi, dopo tanto tempo, riusciamo ad assomigliarle almeno un pochino?
La prima lettura racconta che già dall'antico testamento Dio educa il suo popolo a riconoscere, accogliere e tutelare la fede di quelli che vengono da lontano e che sinceramente stanno cercando di essere fedeli al Signore, tanto che il Tempio (la cosa più intima del rapporto tra il Signore e il suo popolo) sarà a pieno titolo anche casa loro.
La seconda lettura è uno sguardo sulla storia di s. Paolo che si rende conto che per vie diverse tutti siamo in ricerca di Dio, anche quelli che Dio stesso aveva scelto non sono stati al passo giusto: questo ci fa fratelli in cammino, tutti ascoltatori di Gesù, cercando di affidarci seriamente a Lui per incontrare il Padre.
Pensate come sia fuori dal coro questa pagina del vangelo quando ogni giorno la televisione e i politici per raggranellare qualche misero consenso, ci fanno il rosario della paura e della chiusura a chi è diverso da noi. Gesù ci insegna a guardare il cuore dell'altro, non il passaporto, e riconoscerci fratelli perché figli amati dal Padre che si prende cura di tutti i suoi figli, specialmente se lontani o che non lo conoscono ancora.
Se vogliamo scoprire Gesù veramente dobbiamo andare oltre il minimo sindacale e scoprirLo nelle pieghe della nostra vita che ci sta aspettando.
Che la fede di quella donna ci faccia strada...