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TESTO Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del Tuo Amore (188)

don Remigio Menegatti  

II Domenica di Pasqua (Anno A) (03/04/2005)

Vangelo: Gv 20,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (At 2,42-47) descrive lo stile che la comunità primitiva si pone come obiettivo. I quattro "piloni" che sostengono la nuova casa di Dio sono l'ascolto degli apostoli, la preghiera, l'unione fraterna e la frazione del pane. La comunità pervasa da una primavera che comincia a mostrare i frutti della risurrezione di Gesù.

Il vangelo (Gv 20,19-31) presenta l'apparizione del Risorto nel cenacolo la sera del primo giorno dopo il sabato. A questo primo appuntamento è assente Tommaso che viene informato dai suoi compagni. Otto giorni dopo è presente anche lui quando Gesù appare di nuovo tra i suoi discepoli, e porta alcuni doni: la pace e lo Spirito per il perdono dei peccati. Sono i frutti della sua risurrezione, la vita nuova che Cristo offre a chi lo accoglie e lo riconosce come Signore e Dio, così come ha fatto Tommaso.

Salmo 117

Celebrate il Signore, perché è buono;
perché eterna è la sua misericordia.
Dica Israele che egli è buono:
eterna è la sua misericordia.
Lo dica la casa di Aronne:
eterna è la sua misericordia.
Lo dica chi teme Dio:

eterna è la sua misericordia.

Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria,
nelle tende dei giusti.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta testata d'angolo;
ecco l'opera del Signore:

una meraviglia ai nostri occhi.

Del salmo 117, usato anche nella prima domenica di pasqua, sono riportate alcune strofe allora assenti.

"Eterna è la sua misericordia" diventa come un ritornello che sono invitati a cantare sia la casa di Aronne, sia chi teme Dio. Tanto il popolo eletto, quanto ogni altra persona che si riconosce amata dal Signore manifesta nel canto che il Signore è buono.

Viene ricordato con forza l'intervento di Dio a favore di chi si affida a lui: Dio salva dai tranelli dei cattivi coloro che chiedono con fiducia il suo sostegno e riconoscono il suo amore.

Dio è riconosciuto come di forza e motivo del canto. Si canta con la gioia e l'intensità di chi ha vinto una battaglia o sta raccogliendo i frutti della terra al termine di una stagione particolarmente favorevole, che assicura un periodo felice.

Un commento per ragazzi

Il pensiero di tutti era che adesso non avrebbero più incontrato il loro amico e Maestro, non avrebbero più ascoltato le sue parole, visto i suoi gesti d'amore, pregato con lui con le parole nuove, quelle che egli stesso aveva insegnato per rivolgersi a Dio...chiamandolo Padre. Era tutto finito, pensavano. E invece, come il sole che squarcia le nubi quando si sta abbattendo il peggior temporale possibile... Gesù appare in mezzo a loro e tutto cambia. Torna la gioia. E non una sola volta, bensì sempre.

Dopo quel primo incontro l'attesa di rivederlo dura solo qualche giorno, perché Gesù stesso stabilisce un appuntamento fisso per il primo giorno della settimana. Nasce così la Pasqua dei cristiani. La pasqua vissuta una volta alla settimana: ritrovarsi ogni otto giorni con lui per condividere la gioia della sua risurrezione. Perché proprio il primo giorno della settimana, che equivale al nostro lunedì? Non era meglio un giorno di risposo, quando tutti avevano più tempo? La scelta parte da Gesù: il primo giorno della settimana si mostra vivo, e dopo otto giorni ancora una volta appare tra i suoi.

E danno un nome nuovo a quel giorno: non più "il primo" (ebrei), oppure "il giorno del sole"(romani), bensì "il giorno del Signore". Quel giorno diventa festa non tanto per il riposo, quanto per l'incontro del Signore con i suoi discepoli. Diventa il "Giorno del Signore", giorno del Signore e della sua comunità.

È un appuntamento che il gruppo degli amici di Gesù mantiene anche quando, dopo la Pentecoste, non appare più Gesù nel cenacolo. Infatti continuano a trovarsi per ascoltare la parola degli apostoli che raccontano di quando Gesù era visibile in mezzo a loro, per pregare Dio nel suo nome, usando le parole che Gesù stesso aveva insegnato. Si incontrano soprattutto per ripetere il gesto che Gesù aveva fatto nella cena pasquale e soprattutto dopo la risurrezione. Spezzano il Pane che lo Spirito ha trasformato nel Corpo di Gesù.

Dall'incontro settimanale con il Risorto nasce poi il servizio ai fratelli e a tutti, ricordando che proprio il Maestro aveva insegnato a unire i due grandi comandamenti: amare Dio con tutto il cuore, la mente e le forze, e amare il prossimo come lui stesso lo ama. È questo il tesoro della pasqua ogni settimana. Una domenica senza la quale non possiamo vivere, come un tifoso che non può restare senza la partita, come un atleta che non fa risultato se gli manca l'allenamento costante. Come degli amici che si ritrovano spesso per non diventare solo dei "vecchi amici", nel senso che un tempo, sì erano amici, "ma adesso ci si vede solo nelle grandi occasioni".

Quindi...anche noi possiamo incontrare Gesù, insieme con la sua comunità, ogni settimana. Non dobbiamo aspettare un anno per celebrare la Pasqua; infatti troviamo Gesù quando ascoltiamo la sua Parola, lo invochiamo nella preghiera e riceviamo il Pane consacrato dallo Spirito santo.

Una pasqua poi, che non finisce uscendo di chiesa: quello è proprio il momento in cui inizia la "missione". Il termine "messa" deriva appunto dalla missione affidata a chi ha partecipato alla pasqua settimanale: annunciare con gesti concreti di amore che Gesù è vivo. Senza la domenica non possiamo vivere da amici di Gesù.

Un suggerimento per la preghiera

Signore, senza di te non possiamo vivere...per lo meno da cristiani. Certo, possiamo andare a scuola, allenarci, vivere in casa, e studiare anche. Lo fanno anche tanti nostri amici che non ti conoscono. E magari lo fanno bene. Ma noi volgiamo anche essere tuoi testimoni proprio quando andiamo a scuola, ci alleniamo, viviamo in casa e studiamo. Cose di tutti i giorni, ma vissute con la gioia e l'entusiasmo di chi ogni settimana ha un appuntamento importante con un amico davvero eccezionale. Sei tu l'amico che, insieme con la nostra comunità, quando ascoltiamo la tua Parola, ci rivolgiamo con te al Padre, spezziamo il Pane della vita che sei tu. E così possiamo vivere la missione che ci affidi proprio ogni settimana.

Libri di don Remigio Menegatti

 

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