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TESTO Commento Giovanni 20,1-9

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Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno A) (27/03/2005)

Vangelo: Gv 20,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Dalla Parola del giorno

Entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.

Come vivere questa Parola?

L'"altro discepolo" è S.Giovanni, lo stesso evangelista che, più giovane di Pietro, era giunto prima di Lui al sepolcro. Per rispetto verso l'anzianità di Pietro, Giovanni lo fa passare avanti a sé nella cavità dove stava la salma del Signore. Quello che colui che scrive ha visto sono dei segni certi, inconfutabili. Non solo non c'è più il cadavere, ma il sudario e le bende che lo avvolgevano sono ripiegate in bell'ordine, lì dentro. Ora, i due verbi: "vide e credette" non solo fanno da cardine alla narrazione ma risuonano come un potente squillo di tromba dentro tutta la storia. C'è dunque un "credere" strettamente connesso a un "vedere". E qui, in questo brano, c'è anche una forte sottolineatura della realtà precedente al fatto qui narrato: "non avevano compreso la Scrittura" che invece aveva fatto sapere che Gesù sarebbe risorto dai morti. Basta pensare al vangelo di Luca dove per ben tre volte Gesù stesso parla ai Suoi della sua passione ma dice anche che, dopo tre giorni, sarebbe risorto. Tutto questo è quanto mai attuale, oggi. Nella "deriva" dei più elementari valori umani com'è il valore stesso della vita insidiata, disprezzata, fatta oggetto di spadroneggiamento e violenza, bisogna che si desti il "vedere" dell'occhio del cuore e il con-seguente "credere" del cuore consegnato al Vivente, Signore della Vita. Di qui la necessità di rivivificare la nostra fede nella resurrezione. Sì, bisogna essere certi a tal punto da dire con S.Paolo: "Se Cristo non fosse risuscitato, vana sarebbe la nostra fede".

Oggi, nella mia pausa contemplativa, riposerò il cuore in tutto questo, chiedendo allo Spirito che non solo illimpidisca il mio vedere interiore e il mio credere, ma mi tenga viva dentro la memoria di Colui che, risorgendo dai morti, m'insegna a rapportarmi anche col pensiero della morte mia e dei miei cari.

Gesù, tu hai vinto la morte per sempre. Vinci anche in me ogni tipo di morte. Concedimi di vivere nella certezza della tua e mia resurrezione. Che io sia davvero un "conrisorto" in speranza.

La voce di un biblista

Dopo la croce c'è la resurrezione, e con la resurrezione tutto cambia: diventa possibile una diversa "lettura" e le contraddizioni dell'esistenza mutano significato. La fatica di vivere non appare più come un affannarsi inconcludente. La resurrezione di Gesù mostra infatti che il muro della vanità si è infranto.
Bruno Maggioni

 

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