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TESTO Del tuo Spirito, Signore è piena la terra

don Walter Magni   Chiesa di Milano

Pentecoste (04/06/2017)

Vangelo: Gv 14,15-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.

A Pentecoste già la parola ci disorienta e ci sfugge anche la collocazione esatta nel tempo del fatto che stiamo celebrando. Nel Vangelo di Giovanni Gesù risorto regala lo Spirito santo ai Suoi la sera del giorno di Pasqua; nel libro degli Atti lo Spirito viene donato agli apostoli che stavano riuniti nel cenacolo cinquanta giorni dopo la Pasqua, a Pentecoste appunto.

Del tuo Spirito, Signore è piena la terra
Perché lo Spirito santo non lo si può imbrigliare dentro le nostre categorie; non lo puoi costringere dentro un semplice ragionamento. Stando all'esperienza di Gesù, lo Spirito è uno che mentre ti avvolge ti sbilancia. Devi trasbordare, uscire, andare oltre. Come il vento che sbuca da tutte le parti; come un fuoco che avanza. Allo Spirito santo non basta una sola immagine, un solo episodio. Quando pensi d'averlo compreso, t'accorgi che qualcosa era già sfuggito. Disarmante è anche il ritornello del salmo responsoriale che abbiamo cantato a più riprese, come un'onda che si espande avanzando: Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra, è piena la terra. Proprio lo Spirito che si librava sugli abissi dell'universo all'inizio della creazione, trasformando "in sorriso di bellezza il grande sbadiglio delle cose". Spirito santo, "discendi ancora sulla terra e donale il brivido dei cominciamenti". Quello Spirito che riempiva di luce i profeti, accendendo di fuoco la loro bocca. Spirito santo, "torna a parlarci con accenti di speranza" (T. Bello). Lo stesso Spirito che ha ferito d'amore Maria, dando inizio nel suo, il corpo santo di Gesù suo figlio. Quel medesimo Spirito che ha raggiunto Gesù al Giordano, guidandoLo poi nel deserto e lungo le strade della Palestina e, prendendoLo per mano, l'ha accompagnato alla morte e alla morte di croce. E proprio lì, in un supremo impeto d'amore Gesù "emise lo spirito" (Gv 19,30), cominciando nel mondo la storia della sua reale presenza.

Regalaci Gesù, ancora
Stando così le cose, lo Spirito santo più che invocato va riconosciuto: "Affidarsi allo Spirito significa riconoscere che in tutti i settori arriva prima di noi, lavora più di noi e meglio di noi; a noi non tocca né seminarlo, né svegliarlo, ma anzitutto riconoscerlo, accoglierlo, assecondarlo, seguirlo. Anche nel buio del nostro tempo, lo Spirito c'è e non si è mai perso d'animo: al contrario sorride, danza, penetra, investe, avvolge, arriva là dove mai avremmo immaginato" (C.M. Martini). Come fosse compito primario della Chiesa ricordare ai credenti che tutto il nostro invocare trova pace e s'acquieta, là dove sappiamo anzitutto riconoscere la sua presenza che sempre ci precede. Come la sposa che prova la gioia di sentirsi raggiunta e abbracciata, sentendo già nel suo seno sussultare il Figlio, l'amato. Come per opera di Spirito santo Gesù ha preso corpo in Maria, così il medesimo Spirito, continuamente rinnova la presenza di Gesù nella Chiesa dei credenti che nel suo nome continuamente si radunano e si incontrano. "Spirito Santo, dono del Cristo morente, fa' che la Chiesa dimostri di averti ereditato davvero. Trattienila ai piedi di tutte le croci. Quelle dei singoli e quelle dei popoli. Ispirale parole e silenzi, perché sappia dare significato al dolore degli uomini. Così che ogni povero comprenda che non è vano il suo pianto, e ripeta con il salmo: "le mie lacrime, Signore, nell'otre tuo raccogli". (...) In quei momenti poni sulle sue labbra canzoni di speranza" (T. Bello).

Insegnaci a tradurre Gesù, sempre
Secondo un midrash della tradizione ebraica, sul monte Sinai ogni parola uscita dalla bocca di Dio si divise in settanta lingue, così che ogni popolo sentiva i precetti divini nella propria lingua. Mentre stando al libro degli Atti, a Pentecoste "apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi". Così lo Spirito santo è colui che si divide in settanta lingue, il solo capace di entrare in contatto con tutti i nostri linguaggi, anche quelli più complessi e sofisticati. Il traduttore autentico e infallibile di Gesù in questo nostro mondo. Facendo diventare la tua lingua, le tue tradizioni e le tue abitudini passione profonda. Amore senza fine. Ricordo l'emozione provata a Gerusalemme, presso il Muro del pianto, quando una sera nel contesto di una festa ho visto alcuni giovani ebrei danzare, ebbri di gioia, abbracciati come due amanti, al rotolo della Torah, della Bibbia. Come fosse un innamoramento.
Mandaci ancora Signore, questo Spirito che ancora ci faccia danzare al ritmo dell'amore che tu hai cominciato a suonare. Che ci ripeta i Tuoi passi, che ci aiuti a stringere senza paura altre mani, nell'armonia di passi che si incrociano e avanzando, aprono il cuore alla speranza. Perché la nostra fede "non è un fatto crepuscolare, umbratile, da vivere solo nella penombra delle chiese. La fede è un fuoco. La fede la si gioca allo scoperto, nella città, nelle piazze, nella vita di tutti i giorni" (L. Pozzoli).

 

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