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TESTO Conoscere e conoscersi

don Luciano Cantini  

III Domenica di Quaresima (Anno A) (19/03/2017)

Vangelo: Gv 4,5-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 5giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. 9Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». 13Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». 15«Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 16Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». 17Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. 18Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 19Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! 20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».

27In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». 28La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: 29«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». 30Uscirono dalla città e andavano da lui.

31Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». 32Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». 33E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». 34Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 35Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 36Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. 37In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. 38Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».

39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». 40E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. 41Molti di più credettero per la sua parola 42e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

«Dammi da bere»
"Liscia, gassata o..." è stato per lungo tempo un tormentone pubblicitario che ha paragonato l'aspetto esteriore, o il tipo di atteggiamento alla tipologia di acqua bevuta: naturale, addizionata a gas o effervescente naturale.
Era una battuta talmente efficace che ha condizionato a lungo tempo altre battute, prese in giro, e considerazioni di tutt'altro genere. Il gioco psicologico della battuta pubblicitaria applicava alla totalità della persona la tipologia dell'acqua bevuta. Comunque sempre di acqua in bottiglia si tratta. Acqua che viene da lontano, spesso pescata in pozzi artesiani di grande profondità, rinchiusa in bottiglia, ormai quasi sempre di plastica, trasportata, depositata da un magazzino a un supermercato prima di arrivare in casa e sulla tavola. La differenza è la forma, il colore della bottiglia e l'etichetta che attrae più o meno il consumatore. L'altra variabile alla richiesta di acqua da bere - lasciando perdere tutte le altre bibite - è la temperatura ambiente o di frigo.
Tutto questo per dire quanto siamo distanti dal tempo in cui per avere dell'acqua bisognava raggiungere un pozzo e avere con sé una brocca e una corda per raggiungere il fondo e accontentarsi dell'acqua che vi si trova. Bisogna immedesimarsi in questa situazione e in quella di tante popolazioni oggi che sono assetate dalla siccità, i cui pozzi sono più rari e inaccessibili. Pensiamo alla Somalia in cui sono a rischio milioni di persone e se non arriveranno le piogge, si rischia una carestia devastante.
Gesù chiede da bere, la sua semplice richiesta diventa occasione di dialogo, di approfondimento, di scoperta. Solo Gesù ha la brocca e la corda necessaria per raggiungere la profondità del pozzo nell'animo dell'uomo, per rivelarne il contenuto e trasformarlo in dono.

Se tu conoscessi
Conoscere e conoscersi è l'intrigo nascosto che il Vangelo di Giovanni ci propone attraverso il racconto di questa donna che da samaritana, donna per sei uomini, diventa annunciatrice di novità di vita. Gesù da giudeo, profeta, rabbì, diventa Messia. I discepoli preoccupati per il mangiare, intravedono nel fare la volontà del Padre, una fatica a cui subentrare e i campi che già biondeggiano per la mietitura.

Acqua viva
Per noi moderni non è immediata l'immagine interiore dell'acqua viva, il significato dell'acqua dalla roccia (Nm 20,8-11) nel mezzo di un deserto che arde, o una sorgente di acqua dolce sulla riva per navigati costretti a mesi ad accontentarsi di acqua stagnate nei barili.
Gesù ci provoca a farci dono per scoprire in noi stessi una sorgente inesauribile capace di dissetare l'«oltre» - per la vita eterna.
«Oltre» la quotidianità della vita, le nostre bassezze, le relazioni malate, le fatiche, le pesantezze, le visioni ristrette: alzate i vostri occhi è l'invito di Gesù ai discepoli che non riescono a vedere più in là della loro sete e della loro fame.

In lui
Lo strabiliante cammino che Gesù offre alla Samaritana, fa intravedere ai discepoli e chiede a tutti noi, un cammino che permette di conoscersi e di conoscere Lui, diventa "in noi" una sorgente incredibile, inaspettata.
Il popolo d'Israele attanagliato dalla sete non riesce a vedere l'acqua nascosta sotto la roccia e che Mosè fa scaturire con un colpo di bastone (Es 17,3-7); i discepoli presi dalle loro ansietà non vedono la prospettiva di una abbondante mietitura.
Il fatto è che cerchiamo altrove ciò che il Signore ha messo dentro di noi. Non uscire fuori, rientra in te stesso: nell'uomo interiore abita la verità. (s. Agostino De vera rel. 39, 72) Troppo spesso accumuliamo desideri, preoccupazioni, sofferenze; pensiamo di soffocare i primi aggiungendo altri desideri, altri problemi, altri piaceri; lasciamo che la nostra mente e i nostri cuori siano occupati perennemente da altro, ci ingarbugliamo come i gatti con i gomitoli di lana senza trovarne il bandolo.
Impariamo da conoscere se stessi sapendo che soltanto in Dio siamo pienamente conosciuti, che in Cristo possiamo raggiungere la pienezza della nostra umanità.

 

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