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TESTO Misericordioso e pietoso è il Signore

don Walter Magni   Chiesa di Milano

I domenica di Quaresima (Anno A) (05/03/2017)

Vangelo: Mt 4,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

ed essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:

Il Signore, Dio tuo, adorerai:

a lui solo renderai culto».

11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Siamo all'inizio della Quaresima. Non voglio dire anzitutto parole mie, ma riferirmi a fatti di Vangelo. A riguardo delle parole sarebbe già un grosso guadagno imparare ad ascoltare più intensamente la Parola di Dio. Quanto ai fatti il Vangelo di Matteo riferisce l'episodio di Gesù, "condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo" che, "dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame".

Il deserto
Sta scritto anzitutto: "Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto". Per ribadire che lo Spirito Santo sta al principio dell'esistenza di Gesù. E, in ragione di questo, ora Lo conduce anche nel deserto. Luogo della consapevolezza, della presa di coscienza di Sé; luogo della decisione e della ripartenza. Orhan Pamuk, nel discorso fatto in occasione del Premio Nobel per la Letteratura, spiegava che "per diventare scrittori, pazienza e fatica non bastano: dobbiamo innanzitutto sentire l'impulso irresistibile a fuggire la gente, la compagnia, la consuetudine, la quotidianità e a chiuderci in una stanza". E chiudersi in una stanza è come entrare nel deserto della propria esistenza, per disporsi ad incontrare radicalmente se stessi. Astenendosi da certe difese e togliendosi la maschera. Accettando fino in fondo, con realismo, la propria nudità. Quell'orizzonte esistenziale che precede le abitudini, gli attaccamenti e l'insieme complesso delle nostre relazioni. Non a caso Gesù, dopo essere stato nel deserto, a riguardo della preghiera dirà: "entra nella tua camera e chiudi la porta" (Mt 6,6). Come dire che prima di ogni relazione, di qualsiasi esperienza capace di direzionare l'esistenza, conta provare lo spaesamento proprio del deserto. La vastità dell'orizzonte della tua coscienza e quella libertà che ti obbliga anzitutto a misurarti con te stesso. Intuendo che alla radice della tua libertà sta lo Spirito santo che proprio lì ti ha guidato. Per misurarti con le tue fatiche e certi limiti. Mentre riaffiorano alla coscienza, persino alcune ferite che senti essere diventate ormai parte di te.

Delle tentazioni
Non ho competenza per addentrarmi nel dibattito che si è innescato in questi giorni sul caso del dj Fabo che, immobilizzato in quasi tutte le funzioni vitali, ma lucido e consapevole, si è tolto la vita. So piuttosto che Dio, regalandoci la vita ci ha pure consegnati alla libertà. Perché la vita è un mestiere esigente e impegnativo (Il mestiere di vivere, C. Pavese), che domanda a tutti la fatica di vivere, in un continuo e responsabile esercizio della libertà. E che anche Gesù possa aver sperimentato tutto questo forse ci sconcerta un poco. Ma come avrebbe potuto fingere d'essere tentato? Di dover scegliere anche Lui una direzione? Anche Lui è stato provato dal fascino del miracolo a buon mercato ("dì che queste pietre diventino pane"), dal mito del successo facile, dall'illusione del potere. Nell'esperienza così umana di Gesù, tentato e provato, sta la prova estrema della Sua incarnazione divina. Per questo "fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo". Come se proprio questo fatto fosse un midrasch, il più bel commento alla preghiera del Padre nostro, quando diciamo: "non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male". O come meglio è stato tradotto: "e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male". Si, liberaci o Padre dall'illusione che il male non possa covare ancora nel nostro cuore; liberaci dalla pretesa che l'essere credenti ci preservi dalla possibilità di scegliere di stare dalla Tua parte. Padre, sii a noi vicino nell'ora della prova. Prendici per mano, stringici ancora più intensamente al Tuo cuore.

Smascherare satana con la Parola
Questa lotta quaresimale, che si avvia col vento dello Spirito, ha però un avversario di calibro: "fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo". E non è certo un'entità indefinita. Matteo parla del diavolo - che divide intromettendosi -, riferendoci della sua specifica qualità di tentatore e che il suo vero nome è Satana. È dotato di un'arte sottile e seducente, in grado di diventare evanescente, pur di riuscire a nel suo intento. Nei confronti di Gesù l'intento è diretto e dichiarato: distoglierLo dal Suo continuo riferimento alla volontà del Padre, interrompendo un legame vitale. Perversa e subdola, invece, è la strategia: servirsi di quella stessa Parola con la quale Gesù comunicava continuamente col Padre Suo. In tutte e tre le tentazioni non è difficile intravvedere, infatti, la differenza tra la lettura diabolica e quella sincera del Figlio di Dio. Satana, prima di colpirci sul fronte morale, sa che è urgente intervenire anzitutto sulla relazione che intratteniamo con Dio, su come e su quando parliamo di Dio. Di certo un ascolto sincero e più profondo della Parola in questa Quaresima potrebbe diventare l'antidoto sicuro, il rimedio efficace per smascherare il gioco del diavolo tentatore. Risintonizzandoci anzitutto con Dio: "allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano".

 

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