TESTO Commento su Mc 2,18-19
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Lunedì della II settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (16/01/2017)
Vangelo: Mc 2,18-22
Si recarono allora da Gesù e gli dissero: "Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?". Gesù disse loro: "Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro?".
Mc 2,18-19
Come vivere questa Parola?
Di rimando alle domande piccole e banali dei farisei, Gesù risponde, come di solito, in modo spiazzante. Chiama in campo l'amore nuziale che è il più bel modo per esprimere il nostro rapporto con Dio "nella sua forza esplosiva e nella sua intima tenerezza, nella sua gioia vitale e nella sua travolgente passionalità, nel suo rispetto disinteressato e nella sua fedeltà ad oltranza". Di fronte a questa prospettiva sponsale cade qualsiasi digiuno che sia semplicemente volontaria privazione di cibo. Rimane il digiuno dell'attesa, attraversato spesso anche dalla croce, ma certamente illuminato dalla speranza dell'abbraccio, dono desiderato per la nostra ricerca quotidiana del Signore Gesù.
Spirito Santo, più intimo a me di me stesso, guidami nella ricerca del Volto amato.
La voce di un biblista
Non va bene combinare vecchio e nuovo, passato e presente, legge e vangelo. Bisogna avere il coraggio di cambiare, non di combinare. Il Vangelo è un'insidia per gli equilibri prestabiliti in noi e fuori di noi. Il vecchio ha avuto la sua utilità, ma ora cede il posto alla novità del presente. L'attesa finisce nell'atteso, il cammino si placa nella mèta, il moto si acquieta nel suo fine. Termina il digiuno e comincia il banchetto.
Silvano Fausti
Sr Graziella Curti - direttice@fmamelzo.com