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TESTO Commento su Is 7,10-14; Sal 23; Rm 1,1-7; Mt 1,18-24

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IV Domenica di Avvento (Anno A) (18/12/2016)

Vangelo: Is 7,10-14; Sal 23; Rm 1,1-7; Mt 1,18-24 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 1,18-24

18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:

a lui sarà dato il nome di Emmanuele,

che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

Continua il nostro cammino di preparazione alla venuta di quel "bambino" annunciato che cambierà il volto della storia. La nostra preparazione deve consistere nel svuotare il nostro cuore per accoglierlo.
Nella terza domenica detta anche domenica della Gioia e della speranza per la prossima venuta del Cristo, la liturgia ci invitava a rallegrarci, perché le profezie si stavano avverando, il Messia che nasce è veramente il figlio di Dio.

In questa quarta domenica di Avvento la liturgia ci invita a vivere con Giuseppe e Maria la venuta del salvatore.
Giuseppe ci viene presentato come modello di fede nel Signore, accoglie l'opera del Signore compiuta in Maria ed è pronto ad accogliere nella sua vita il Cristo, dono di Dio.

Nella prima lettura, tratta dal libro di Isaia, il profeta ricorda come il re di Giuda, Acaz, si trovi nella situazione di proteggere il popolo a lui affidato che sta per essere invaso; il profeta lo invita a chiedere un segno al Signore, ma il re non segue il consiglio di Isaia, perché empio e per non tentare il suo Dio. Allora Isaia disse "Casa di Davide non vi basta stancare gli uomini, ora volete anche stancare il mio Dio, egli vi darà un segno la vergine concepirà e darà alla luce un figlio che chiamerà Emanuele"
In questo brano viene messa in evidenza la differenza di comportamenti del re Acaz e di Giuseppe: uno per fede accoglie il Messia, l'altro non si fida del Signore e soccombe con il suo popolo.

Con il ritornello del salmo 23/24 "Ecco viene il Signore, re della gloria" si ricorda come in questo salmo si intravede l'annuncio profetico dell'incarnazione del Signore e della sua venuta nel mondo.
Con i versetti viene ricordato come Dio ha creato il mondo e solo chi cercherà il volto del Signore potrà salire sul monte del Signore e stare nel suo luogo santo.

Nella seconda lettura, tratta dalla lettera di San Paolo ai Romani, l'apostolo dichiara d'essere apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio che riguarda il Figlio suo, nato dalla discendenza di Davide, cioè Gesù Cristo nostro Signore.
L'apostolo ricorda che per mezzo di Cristo è diventato apostolo per suscitare la fede in tutte le genti, compresi gli abitanti di Roma che sono stati amati da Dio; infatti, hanno la fede che il Signore gli ha donato.
La fede è un dono che Dio dà a tutti gli uomini, la fede ci rende capaci di credere in lui, per fede crediamo alla grandezza del creato che Dio ha fatto per l'uomo, crediamo che Gesù sia il suo Figlio Unigenito; ma per credere alla sua Parola che Cristo è venuto a predicare è necessaria una fede più grande, profonda, di unione continua con il Cristo e con la lettura costante del vangelo.
La fede è un dono, ma questo dono va alimentato da parte nostra con la preghiera e l'ascolto quotidiano.

L'apostolo Matteo nel vangelo ci annuncia come avviene la nascita di Gesù. Maria, quando era ancora promessa sposa a Giuseppe e non viveva ancora con lui, restò incinta per opera dello Spirito di Dio Padre. Giuseppe, uomo giusto, che non voleva ripudiare Maria, pensava fra se cosa fare, ma in sogno gli apparve un angelo del Signore che gli disse di non temere di prendere Maria come sua sposa, perché quello che era avvenuto in Maria era opera dello Spirito Santo: lei darà alla luce un figlio, l'Emanuele, il Dio con noi, che salverà tutta l'umanità.
Con questa nascita si avvera la profezia di Isaia ascoltata nella prima lettura.
Giuseppe prese allora con se Maria come sua sposa e fu con lei e con il bambino pieno di attenzioni, fu padre amoroso e attento; per fede fu il custode del Messia, di quel "bambino" che per volere di Dio si è fatto carne in Maria e con Giuseppe ebbe la discendenza di Davide.
Maria e Giuseppe realizzano il progetto di Dio su di loro attraverso la fede, potremmo dire cieca; hanno avuto fiducia illimitata nella parola del Signore, senza comprendere.
Ecco la vera fede. Per mezzo loro il Messia si è incarnato e si incarna ancora oggi nelle persone che in suo nome si donano agli altri con generosità e sacrificio, perché hanno capito la bellezza della vita a servizio del Signore e dei fratelli.

Per la revisione di vita di coppia e di famiglia:
- La fede ci consente di credere in Dio Padre, in suo Figlio, sceso sulla terra per la nostra salvezza, nello Spirito Santo nostro consolatore, e per fede crediamo nella Parola del vangelo?
- La liturgia ci ripropone, ogni anno, gli avvenimenti essenziali per la nostra vita spirituale, questo ci aiuta a rivedere i nostri comportamenti umani non allineati con il vangelo e a rimetterci sulla strada giusta per accogliere il Cristo?
- In questo periodo di attesa prepariamo nelle nostre case un angolo con un presepe o almeno una capanna nella quale mettere nella notte di Natale un "bambino", per avere anche visivamente il ricordo dell'avvenimento iniziale della nostra salvezza?
- Siamo capaci di conservare nel nostro cuore questo bambino che nasce e portarlo agli altri?

Gianna e Aldo - CPM Genova

 

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