TESTO Commento su Mt. 2,13-14
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Santi Innocenti (28/12/2016)
Vangelo: Mt 2,13-18
13Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
14Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, 15dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
Dall’Egitto ho chiamato mio figlio.
16Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. 17Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia:
18Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più.
«Alzati, prendi con te il Bambino e sua Madre e fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò perché Erode sta cercando il Bambino per ucciderlo. Giuseppe prese con sé il Bambino sua Madre nella notte fuggi in Egitto».
Mt. 2,13-14
Come vivere questa Parola?
E' un Angelo che, nel testo di Matteo, comunica a Giuseppe il piano di Dio per sottrarre il Bambino Gesù dalla gelosia e dell'invidia, rabbia di Erode. Il re infatti aveva saputo dai magi (i sapienti venuti dall'Oriente) che il neonato sarebbe diventato il grande Sovrano. Il tono perentorio cui l'Angelo ordina l'esodo immediato è un ordine a questa minaccia tenebrosa.
"Alzati" "prendi" "fuggi" tre verbi che avrebbero potuto - essi - soli suscitare paura di ogni genere. Invece la decisione di Giuseppe è immediata. Il Bambino e Sua Madre sono da Lui accompagnati in Egitto.
Che fosse tutto, tranne che un viaggio piacevole è di un'evidenza indiscutibile.
La Sacra Scrittura non si effonde in descrizioni né dei luoghi né dello stato d'animo dei TRE Viaggiatori: Solo da ciò che stringatamente noto ci lasci cogliere la pienezza di un "si" alla scomoda volontà di Dio, senza "se" e senza "ma". Quel dirci poi che la famigliola partì di notte, è un altro breve tocco descrittivo per aiutarci a capire bene il valore e la forza dell'obbedienza di San Giuseppe.
Grazie, silenzioso Padre protettore di Gesù e custode della Sua Vergine Madre!
Insegnami Tu l'obbedienza a quel che Dio vuole o permette, certe (come eri Tu) che nulla Dio può volere o permettere a nocimento, ma solo per il bene mio e di tanti altri che al Signore si affidano.
La voce di un grande monaco
«Dio può solo dare il suo amore», scriveva nel VII secolo un teologo, Sant'Isacco di Ninive. E il suo amore ci rende la fede accessibile. Ma che cos'è la fede? La fede è un'umile realtà, un'umilissima fiducia in Dio. Se la fede diventasse pretesa spirituale, non porterebbe da nessuna parte. Allora capiamo l'intuizione di Sant'Agostino: «Se hai il semplice desiderio di conoscere Dio, hai già la fede».
Frère Roger di Taizé
Sr Maria Pia Giudici FMA - info@sanbiagio.org