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TESTO Luce e tenebra

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Natale del Signore - Messa della Vigilia (25/12/2016)

Vangelo: Mt 1,1-25 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 2Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, 3Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, 4Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, 5Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, 6Iesse generò il re Davide.

Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, 7Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, 8Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, 9Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, 10Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, 11Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.

12Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, 13Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, 14Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, 15Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, 16Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.

17In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.

18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:

a lui sarà dato il nome di Emmanuele,

che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; 25senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

Ancora Natale. Ancora qui, tutti.
Pieni di luce, come dovrebbe essere, come Dio vuole che sia.

Pieni di nulla, come cerca di farci diventare la festa senza festeggiato buona solo a suscitare emozioni e far vendere prodotti.

Pieni di angoscia, come i troppi che vivono Natale come una maledizione da finire quanto prima e che no, non sono raggiunti da nessun angelo che li conduca a vedere quella stalla.

Eppure, in tutto questo, ala leggerezza di Dio invade ogni angolo, acquieta ogni paura, converte il cuore di chi si lascia stupire, sorprendere, stordire, commuovere.
Chi mai avrebbe potuto inventare un'assurdità del genere?

Chi mai avrebbe potuto farci credere la più incredibile delle notizie?

Dev'essere vero Natale, perché solo Dio poteva osare tanto. Dev'essere vero, perché è da pazzi immaginare una cosa del genere.

La notizia di un Dio che diventa uomo. Che si fa accessibile, incontrabile, carne e sangue, tenerezza e calore, fragilità e compassione.

Sentimenti, stanchezza, emozioni, fame e sete, caldo e freddo.
Non esiste più un confine che separi umano e divino.
Ora egli è qui.

Perché?

Perché lo ha fatto? Che senso ha? Perché mai Dio avrebbe dovuto abbandonare la sua perfezione per venire a conoscere la nostra miseria?
Per voi è nato un Salvatore.

Sono i pastori, gli ultimi, i perdenti, gli sconfitti del tempo di Gesù ad avere l'onore di essere degni della spiegazione di Dio.

Dio si è fatto uomo perché ci ama. E più siamo fragili e maldestri, più abbiamo conosciuto miseria e disperazione, come i pastori, e più ci ama. Non in virtù dei nostri meriti, ma in proporzione alle nostre necessità.

Dio si è fatto uomo per salvarci, per condurci a salvezza che è la pienezza della vita.

Per portare a compimento quell'anelito insopprimibile che egli ha messo nel profondo del nostro cuore. Una voce intima, assoluta, che nemmeno il caos debordante in cui riusciamo a vivere riesce a zittire.

Per dire ad ogni uomo che il fango è impastato di scintilla divina. Che, da ora e per sempre, umano e divino convivono in uno stesso corpo.
Il corpo di un neonato.

Vagiti

Solo la nudità disarmante di un neonato avrebbe potuto convertire la nostra durezza. Durezza di peccato e di tenebra, ma anche di pianto e di dolore.

E lì, davanti a quel bambino che allatta dal seno acerbo di un'adolescente colma di Dio, che i pastori e i magi e noi pieghiamo le ginocchia.

Allora Dio è così? Fino a questo punto? La sua parabola si è consumata fra una mangiatoia ed una croce? Sì, è così. Ora Dio ha un volto, questo volto.
E ci spiazza, ci destabilizza, ci imbarazza.

Perché Dio osa consegnarsi, diventando il per sempre segno di contraddizione.
Un Dio da accogliere cullandolo fra le braccia.
O da annientare e perseguitare, cancellare e uccidere.

Un Dio che ribalta ciò che pensiamo di lui. E che illumina ciò che siamo noi.
O che potremmo diventare.

Come i pastori

Se davvero, oggi, avremo il coraggio di lasciare alle spalle tutto. Il tutto ingombro delle attese, del clima natalizio, delle ferite purulente, dell'indifferenza, della melassa che tutto soffoca. Se avremo il coraggio di seguire i tanti angeli che Dio continuamente ci invia, allora, forse, arriveremo alla mangiatoia.

Dio si comunica sempre e solo attraverso ciò che riusciamo a conoscere, come la mangiatoia per dei pastori. E, dopo averlo visto, potremo tornare alla nostra vita lodando Dio a gran voce.

La stessa vita che i pastori, due ore prima, maledivano, ora possiede luce sufficiente per essere trasformata.
Questo è l'augurio più bello che oggi possiamo scambiarci.

Che la venuta di Dio allaghi di luce il nostro sguardo perché la vita cambi.

Dev'essere

Dev'essere bello vivere, ed essere umani, e gioire, amare, crescere, lottare, piangere, se Dio ha voluto condividere tutto questo. Dev'essere bello se Dio ha divinizzato ogni gesto e ogni sussulto.

Deve essere straordinario diventare capaci di accorgerci quanto siamo amati.

Buon Natale, cercatori di Dio.

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