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TESTO Ma come sarà Dio?

don Alberto Brignoli   Amici di Pongo

I Domenica di Avvento (Anno A) (27/11/2016)

Vangelo: Mt 24,37-44 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 24,37-44

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 37Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, 39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. 40Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. 41Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.

42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

Quest'anno, non mi va di iniziare l'Avvento con il classico commento al Vangelo apocalittico-escatologico che ci invita a "stare svegli". Sinceramente, i Vangeli escatologici, pur nella loro ricchezza simbolica e nella loro rilettura storica dei fatti del loro tempo, un po' mi hanno...affaticato, nelle ultime due settimane dell'anno liturgico appena concluso. È pure difficile rifletterci sopra, è difficile spiegarli e commentarli. E poi, oggi ho voglia di speranza. Di speranza, e di sguardi lunghi verso il futuro. Per cui, senza dilungarmi eccessivamente, voglio guardare più in là, e gettare uno sguardo a tutto il cammino di Avvento che ci si apre davanti, con la sua dimensione di attesa e di speranza, che poi sono la stessa cosa (la lingua spagnola, ad esempio, esprime bene questa unicità).

Certo, la speranza nasce da fattori che ti spingono a invocarla perché, forse, ti manca, o semplicemente perché non riesci a intravederla con chiarezza. Ci viene da chiederci com'è questo Dio del quale ci mettiamo in attesa; ci viene da domandarci - proprio sulla scorta del Vangelo di questa domenica - come agisce, e perché agisce in determinati modi piuttosto che in altri? Che Dio sarebbe, quello che ti si presenta come un ladro nella notte, o che rapisce una persona al tuo fianco e ne lascia libera un'altra, o che ti piomba addosso senza che tu abbia il tempo di pensarci, come accade in situazioni repentine e improvvise dell'esistenza? Non sapendo come sarà questo Dio che viene a noi, o ci mettiamo in un atteggiamento passivo di attesa, oppure lo attendiamo, sì, ma anticipando anche solo col pensiero, la riflessione, la preghiera, quello che potrebbe essere il suo modo di rivelarsi.

Qualcuno ci dà una chiave d'interpretazione, ci dà una mano per capire: è Giovanni il Battista - grande protagonista dell'Avvento insieme a Isaia - che ci annuncerà un Dio vendicatore, giustiziere, giusto giudice pronto a eliminare alla radice il male, come si fa quando si ha la scure in mano per abbattere una pianta, o quando si ripulisce l'aia dalla battitura del grano bruciando la pula. Sennonché, lo stesso Giovanni va in crisi sull'immagine di Dio da lui annunciata; perché a metà del cammino di Avvento, dal carcere in cui si trova proprio a causa di quel Dio giustiziere che taglia corto con i peccatori, interverrà nella storia di Gesù chiedendogli se realmente sia lui il Messia, o se bisognava aspettarne un altro.

Perché, diciamolo con franchezza: le visioni di Dio dei due cugini non coincidevano proprio... Il Dio giudice e castigatore lascia il posto al Dio misericordioso e pietoso, per mezzo del quale "i ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, e ai poveri è predicata la buona novella". Di fronte a questo Dio occorre farsi piccoli, perché ai piccoli è rivelato il Regno dei Cieli: e Giovanni questo lo ha imparato molto bene, quando ha dovuto farsi da parte e diminuire per lasciar crescere Gesù, e con lui le speranze di salvezza del popolo in attesa.

E allora, come la mettiamo con questa immagine di Dio? Il Dio giudice che mette a posto le cose tagliando corto con i peccatori e non guardando in faccia a nessuno, oppure il Dio paziente e misericordioso che si fa ultimo tra gli ultimi? La scelta non è così facile, perché entrambi i volti di Dio fanno parte della nostra esperienza di fede. Ma in fondo, è la scelta stessa per Dio che non è facile, perché di fronte a lui occorre avere il coraggio di contemplare il mistero, facendo silenzio nella nostra vita e accogliendo la sua presenza in noi con saggezza e rettitudine di cuore: e qui, l'Avvento, proprio alla conclusione del nostro cammino, ci regalerà la straordinaria figura del giusto tra i giusti, Giuseppe, l'uomo del silenzio, che di fronte a un mistero più grande di lui e che sconvolge la sua esistenza di sposo e futuro padre, accetta di accogliere con sé Maria come sua sposa e, con lei, il Figlio di Dio fatto uomo per noi.

Eccoci svelato il Dio su cui ci stiamo ponendo, all'inizio di questo percorso, la domanda fondamentale: come sarà il Dio che viene? Questa, è la vera favola di Natale: e il cammino è appena iniziato.

 

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