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TESTO I figli del Regno

don Walter Magni   Chiesa di Milano

II domenica T. Avvento (Anno A) (20/11/2016)

Vangelo: Lc 3,1-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 3,1-18

1Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri!

5Ogni burrone sarà riempito,

ogni monte e ogni colle sarà abbassato;

le vie tortuose diverranno diritte

e quelle impervie, spianate.

6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

7Alle folle che andavano a farsi battezzare da lui, Giovanni diceva: «Razza di vipere, chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? 8Fate dunque frutti degni della conversione e non cominciate a dire fra voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 9Anzi, già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco».

10Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». 11Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». 12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». 13Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». 14Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

18Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

L'evangelo di oggi è una sorta di parola mirata, diretta su Giovanni Battista. Un testimone del Signore che può essere definita la figura di attesa per eccellenza. Il Battista non è uno che fa centro su di sé, non è affatto preoccupato di apparire o d'essere visto. Tutta la sua esistenza e tutto il suo dire è caratterizzato dalla preoccupazione che non si guardi a lui, ma altrove, avanti a lui. A lui importa che si guardi ad un Altro, al Veniente, Colui che sta per venire.

Parola che dirotta
L'inizio del brano evangelico di Luca dice già un capovolgimento di prospettiva, un dirottamento: "Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto". La Parola di Dio che obbliga il nostro sguardo a passare dai palazzi dei potenti di questo mondo, persino dalle curie abitate dai gran sacerdoti, al deserto di Giuda, dove sta un personaggio sconosciuto ai più e dal carattere poco accomodante. Così come la Parola di Dio aveva già raggiunto il cuore di una giovane ragazza di nome Maria, che abitava a Nazaret, un villaggio sperduto della Galilea. Entrare in un rapporto di ascolto autentico e profondo della Parola di Dio significa accogliere la sua capacità di dirottare, di deviare rispetto alle parole dei potenti di questo mondo. "Ha deposto i potenti dai troni e innalzato gli umili", diceva Maria nel Magnificat. Una Parola che potrebbe deviare anche i nostri schemi di ascolto. Apparentemente davanti all'altro, ma fondamentalmente in ascolto di sé. Quasi fossimo più alla ricerca di conferme nelle parole dell'altro che non di un ascolto sincero di chi ci sta parlando. In questo senso la Parola di Dio non è la conferma dei nostri pensieri e delle nostre strategie, ma come una freccia scoccata guida il nostro sguardo oltre il nostro naso. Oltre e altrove. Facendoci arrivare là dove forse non avremmo mai immaginato.

Il dirottatore
Così si diventa dirottatori a nostra volta. Come è capitato a Giovanni Battista: raggiunto da questa Parola nel deserto non si possiede più. Non è più lui la parola, ma più semplicemente una voce, un traghettatore, un indicatore della Parola di Dio e della sua direzione. E semplicemente grida: "preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!". Giovanni Battista non è uno che si fa strada, preoccupato della sua carriera o del suo futuro. La sua vocazione, la sua professione è piuttosto quella del costruttore di strade. Un vero e proprio apripista nel deserto del mondo. Giovanni traccia, raddrizza e spiana un percorso che permetta ad ogni uomo di riuscire a vedere "la salvezza di Dio". L'ascolti e lo senti libero. Lo guardi in faccia, cercando di fissarlo perché qualcosa in lui ti affascina, ma subito senti che ti sta trascinando altrove. Ti parla di altro, ti fa innamorare di un Altro. Tu gli chiedi un battesimo di penitenza e subito lui ti toglie dall'illusione che stai per fare un gesto un po' magico o scaramantico. Perché ciò che conta è il frutto di una conversione autentica che da quel gesto potrebbe scaturire. Tu gli chiedi di identificarsi e lui ti risponde di non essere "il Cristo". E se cerchi di assolutizzare il suo battesimo di immersione nell'acqua, subito ti risponde che Colui che sta per venire "vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco". Giovanni Battista è come un indice. Un indice puntato su Colui che sta per venire.

"Cosa dobbiamo fare?"
Solo quando hai la grazia di incontrare un uomo così, che da come vive e da come parla non ti dice niente di sé, ma tutto di lui vuole dire altro, è proteso su un Altro, allora non hai fatica a stargli accanto e ti viene spontaneo aprirgli il cuore. Facendogli domande importanti, chiedendo lumi su quello che è possibile fare. L'evangelista Luca parla di folle di persone che gli chiedono cosa possono fare, ma anche i pubblicani e persino dei soldati. E così Giovanni risponde a loro in modo appropriato, come sapendo dare a ciascuno la risposta più adatta e appropriata. Indicando loro la strada della solidarietà, della giustizia e della magnanimità. Come fossero tutte strade e percorsi sostenibili, accessibili. Spesso capita a noi di trovarci davanti a fratelli che ci chiedono di fare cose esose e sproporzionate rispetto alle nostre forze e alle nostre obiettive capacità. C'è, tuttavia, un esercizio previo ad ogni nostro fare: cominciare a prendere sul serio l'altro che ci sta parlando. Prendere sul serio chi ci sta parlando è un esercizio di ascolto che ci destabilizza ma ci immette nella condizione di regalare all'altro tutta la sua dignità. Chiedendo a Dio quanto già Salomone domandava: "un cuore che ascolta" (1Re 3,9). Essere ascoltato, infatti, è la grande speranza di cui ha bisogno il cuore di ogni uomo. Anche il tuo.

 

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