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TESTO Commento su Matteo 24,1-31

don Michele Cerutti

I domenica T. Avvento (Anno A) (13/11/2016)

Vangelo: Mt 24,1-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. 2Egli disse loro: «Non vedete tutte queste cose? In verità io vi dico: non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sarà distrutta».

3Al monte degli Ulivi poi, sedutosi, i discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Di’ a noi quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo».

4Gesù rispose loro: «Badate che nessuno vi inganni! 5Molti infatti verranno nel mio nome, dicendo: “Io sono il Cristo”, e trarranno molti in inganno. 6E sentirete di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi, perché deve avvenire, ma non è ancora la fine. 7Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi: 8ma tutto questo è solo l’inizio dei dolori.

9Allora vi abbandoneranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. 10Molti ne resteranno scandalizzati, e si tradiranno e odieranno a vicenda. 11Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; 12per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti. 13Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. 14Questo vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo, perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrà la fine.

15Quando dunque vedrete presente nel luogo santo l’abominio della devastazione, di cui parlò il profeta Daniele – chi legge, comprenda –, 16allora quelli che sono in Giudea fuggano sui monti, 17chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere le cose di casa sua, 18e chi si trova nel campo non torni indietro a prendere il suo mantello. 19In quei giorni guai alle donne incinte e a quelle che allattano!

20Pregate che la vostra fuga non accada d’inverno o di sabato. 21Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale non vi è mai stata dall’inizio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. 22E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuno si salverebbe; ma, grazie agli eletti, quei giorni saranno abbreviati.

23Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui”, oppure: “È là”, non credeteci; 24perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e miracoli, così da ingannare, se possibile, anche gli eletti. 25Ecco, io ve l’ho predetto.

26Se dunque vi diranno: “Ecco, è nel deserto”, non andateci; “Ecco, è in casa”, non credeteci. 27Infatti, come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 28Dovunque sia il cadavere, lì si raduneranno gli avvoltoi.

29Subito dopo la tribolazione di quei giorni,

il sole si oscurerà,

la luna non darà più la sua luce,

le stelle cadranno dal cielo

e le potenze dei cieli saranno sconvolte.

30Allora comparirà in cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. 31Egli manderà i suoi angeli, con una grande tromba, ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all’altro dei cieli.

Oggi si apre davanti a noi il tempo di Avvento e l‘inizio di un nuovo anno liturgico in cui siamo invitati a riscoprire la grandezza di Dio nel figlio Gesù Cristo. Lui è il centro, lui è l'Alfa e l'Omega. Lui attendiamo in questo inizio di anno liturgico ed è Lui che al termine proclameremo Re. Sì, perché senza Gesù non possiamo fare nulla ce lo dice nel Vangelo e lo sperimentiamo nella nostra vita.
Come definire questo tempo di Avvento? E' un tempo in cui siamo in preparazione di attesa vigilante e gioiosa.
Preparazione come avviene? Questa preparazione avviene nell'ascolto. "Ascoltate" è il termine chiave del profeta Isaia. "Ascoltare" è il termine che dovremmo ripetere in questa settimana. Ascoltare Dio. Prima di tutto nella Sua Parola. E' questo tempo in cui riprendere una vecchia pratica scomparsa ormai nelle nostre famiglie quella di leggere la Sacra Scrittura. In particolare i libri dei profeti che più di tutti vivono la dimensione dell'attesa e ce la fanno respirare. Leggerli soffermandoci sulle parole chiave che ci colpiscono. Leggerli soffermandoci sulle ricche introduzioni a questi libri per capire i contesti. Leggere e rileggere quelle parole chiave perché risuonino dentro di noi. Magari scriverle su un fogliettino per non cancellarle e perché rimangano bussole della nostra vita.
Ascoltare Dio nei fratelli trovando in loro la presenza del Signore stesso e cercando in loro qualcosa di bello e non solo il negativo. Ascolto nasce dal silenzio. Se è per noi oggi è molto difficile ascoltare non è perché mancano i rumori. No nulla di tutto ciò siamo presi dai troppi rumori. E' qualcosa di più complesso. Abbiamo bisogno di far silenzio nella nostra vita per ascoltare la voce giusta. Per fare silenzio bisogna ritagliarsi dei momenti di intimità con il Signore. L'adorazione del Sacramento dell'Eucaristia è motivo di sollecitazione a fare silenzio nella nostra esistenza. Mettersi davanti al tabernacolo e porre in Lui tutte le nostre attese e le nostre pene è veramente di aiuto e ci predispone a un sano silenzio nella nostra vita. Cogliamo l'occasione dell'esposizioni eucaristiche che ci vengono fornite nelle parrocchie e nelle diverse realtà ecclesiali. Non facciamoci scivolare questi appuntamenti di grazia. Sono occasioni utili per alimentare la nostra confidenza serena nel Signore.
Questa preparazione ha lo scopo di tenere desta la nostra vigilanza. Vigilare per l'arrivo del Signore nella nostra vita, vigilare per l'arrivo del Signore alla fine dei tempi. La Vigilanza sembra risuonare in questo brano del Vangelo. Come vigilare? Sicuramente importante l'esame di coscienza per verificare alla luce della Parola la propria vita. Confrontandosi nel Sacramento della Riconciliazione per poter ripartire con entusiasmo. Una pratica importante quella della Confessione che in questo tempo giubilare spero si sia riscoperto come fonte di vera e propria grazia. Un momento per poter esprimere la propria gratitudine al Signore per le meraviglie che Egli compie, e di fronte alla sua grandezza si tocca con mano le nostre fragilità.
Per fare bene la Confessione, cioè con validità, è necessario rispettare 5 condizioni:
1) Esame di coscienza: accurata e sincera analisi dei peccati commessi dall'ultima Confessione (che andranno poi accusati esplicitamente davanti al Confessore); si vedano e si accusino anche eventuali peccati di cui si è omessa o dimenticata 1'accusa nelle precedenti Confessioni. Per fare questa analisi non basta evidentemente confrontarsi con la propria coscienza, perché potrebbe essere condizionata da molti fattori interni ed esterni, ma è necessario riferirsi alla "legge" di Dio, così come emerge dalla Parola di Dio e dall'insegnamento della Chiesa (la quale, guidata per questo in modo infallibile dallo Spirito Santo, ne è l'autentica interprete e annunciatrice).
2) Contrizione (dolore di aver offeso Dio e partecipato con i propri peccati alla crocifissione di Gesù, che è morto per ottenerne il perdono) o anche solo attrizione (dispiacere di esserci rovinati con i peccati).
3) Proponimento fermo e deciso che, con l'aiuto della grazia di Dio, non commetteremo più quei peccati.
4) Accusa dei peccati di fronte al sacerdote e loro assoluzione (perdono oggettivo di Dio).
5) Fare la penitenza (o soddisfazione), che è un modo con cui partecipiamo alla Croce di Gesù (che ci ha meritato il perdono dei peccati) e diamo segno della nostra volontà di conversione.
Tutta questa dimensione di preparazione vigilante non ci deve far dimenticare la dimensione importante della gioia. Se perdessimo la gioia vivremmo il rapporto con Dio come una sorta di padrone assoluto. Dio è misericordia. E' giusto certo ma la misericordia sorpassa la giustizia. Noi vorremmo un Dio che punisce sempre gli altri, ma noi stessi. Egli è giusto ma sa commuoversi di fronte a chi riconosce di essere nel bisogno e questo non ci può che rallegrare Sapere che c'è un Dio che conosce i nostri errori, ma che nello stesso tempo di fronte al nostro ravvidimento sa aprire il cuore, ci dovrebbe non far disperare e rendere più intenso e gioioso il rapporto con Dio.
Gesù nel Vangelo di oggi è chiaro davanti alla scena apocalittica che si presenta davanti a noi ci parla di un arrivo nella nostra vita. Egli anche davanti a quella scena di disperazione ci parla del Suo ritorno. La fine sarà segnata da una nuova umanità e allora bando a tutte quelle visioni negative e non cristiane che leggono la Storia in maniera pessimistica. Visioni che sono diffuse tra i cristiani ma che hanno veramente poco di cristiano. Guardiamo alla realtà alla luce di Dio che non dimentica nessuno. Dio stesso ci offre in Maria la stella sicura e veloce per avvicinarci a Lui con Lei attendiamo la venuta di Gesù e a Lei affidiamo la nostra esistenza.

 

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