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TESTO Commento su 2Ts 3,7-12

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (13/11/2016)

Brano biblico: 2Ts 3,7-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 21,5-19

In quel tempo, 5mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: 6«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». 8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

«Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi. Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi. Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità».
2Ts 3,7-12

Come vivere questa Parola?
Paolo c'insegna a coniugare bene, dentro la nostra vita, la preghiera e il lavoro quotidiano come sono quotidiani i pasti che ci danno sostentamento.
È bello che la sua esortazione prenda le mosse dal suo stile di vita che equivale a far tutto non solo per il Signore, ma con Lui, insieme a Lu, in Lui.
Leggiamo poco sopra a questo testo una perentoria asserzione: "Chi non vuole lavorare, neppure mangi". Il testo originale e greco accosta due parole con la stessa radice rendendole così: "Faccendoni che in realtà non fanno nulla".
Molte forte anche nella sua sfumatura umanistica questa espressione paolina! "Lo stile è l'uomo" ha detto un famoso pensatore. Qui, più che mai, paolo rivela il suo stile di uomo capace di armonizzare la pace, cosa tipica in chi pratica la priorità della preghiera, con il lavoro quotidiano.
Fin dal più lontano passato, con Paolo e altri credenti il cristianesimo ha dunque promosso il lavoro in tutte le sue espressioni e ambiti: da quello del contadino, a quello del tessitore (quello di S. Paolo) a quello dello scienziato.
Mai però un lavoro frenetico che distrugge l'uomo e la sua salute, fisiopsichica spirituale; piuttosto un lavoro compiuto nella pace, quella di cui nel Vangelo leggiamo: "Pace agli uomini che Dio ama".

Signore rendimi attento, perspicace e volitivo nel lavoro. Dammi di compiere in Te con cuore di Pace.

La voce di Papa Francesco
Preghiera e azione siano sempre profondamente uniti. Se una preghiera non porta ad azione concreta per un fratello povero, malato, bisognoso di aiuto, è una preghiera sterile e non concreta. Allo stesso modo se si dà troppo peso alle funzioni e si dimentica alla centralità di Cristo non dando spazio alla preghiera si rischia di non fare bene. San Benedetto riassumeva questo in due parola "ora et labora", bisogna saper vivere e portare la parola di Dio, il nostro lavoro e le opere di carità ci portano al Signore».
21.04.2013

Sr Maria Pia Giudici FMA - info@sanbiagio.org

 

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