PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Luca 17,5-10

Omelie.org - autori vari   Home Page

XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (02/10/2016)

Vangelo: Lc 17,5-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 17,5-10

In quel tempo, 5gli apostoli dissero al Signore: 6«Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.

7Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? 8Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? 9Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? 10Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

COMMENTO ALLE LETTURE

Commento a cura di don Massimo Cautero

Quanto sarebbe bello che nei nostri esami di coscienza entrasse sovente la domanda sulla Fede!

Ovviamente considero l'esame di coscienza non solo dal punto di vista del "bilancio dei peccati" ma, soprattutto, come presa di coscienza del mio essere cristiano, testimone di Cristo, fratello tra i fratelli, salvato tra i salvati. Considero l'esame di coscienza uno strumento indispensabile per sviluppare, correggere, aumentare, incoraggiare la mia coscienza ad una consapevolezza di sé, dell'importanza del mio essere, della bontà delle mie scelte di fondo e, eventualmente, delle mie necessità per la mia completezza e compiutezza del mio essere figlio di Dio, uomo tra gli uomini, operatore di quelle "buone cose" che rendono amabile e desiderabile l'umanità, per gli uomini ma soprattutto per Dio!

Lo strumento dell'esame di coscienza è talmente potente - come lo è la coscienza stessa! - che la lotta diabolica, cioè quella che tende a separare gli uomini da Dio, oggi si gioca proprio sulla frequentazione, conoscenza e sviluppo, della coscienza personale di ogni uomo che senza consapevolezza di sé, perde in partenza la diabolica battaglia della divisione degli uomini da Dio, degli uomini dagli altri uomini, dell'integrità umana.

Non ci credete, l'ho sparata troppo grossa? Vediamo: Quale parte dell'uomo va ad "addormentare" l'uso della droga? Forse la coscienza? Quale parte delle facoltà dell'uomo i pubblicitari devono "sopire" con i loro "trucchi" per suscitare bisogni e necessità inutili? I messaggi subliminali nelle pubblicità non vogliono forse bypassare proprio la coscienza? Il sentimentalismo sfrenato dell'"agisci come e quando ti pare e, soprattutto, piace", oppure del "sei in pericolo, fai qualcosa subito e non pensare troppo" non sono forse le leve su cui i politici di oggi, scimmiottando i pubblicitari, agiscono per ottenere il consenso, usando l'istinto senza controllo e sentimenti come la rabbia, il risentimento e la paura per evitare il controllo e la mediazione della coscienza?

Potrei andare avanti ma il vero obiettivo è solo farvi riflettere su quanto è importante quella richiesta che gli apostoli fanno a Gesù: "Accresci la nostra fede!". Essa ci dice il percorso di maturazione degli apostoli che, alla sequela di Gesù e all'ascolto della sua parola, si sentono mancanti o insufficienti di quella fede a cui Gesù fa appello, ovviamente, dopo averli sollecitati a guardare dentro le proprie coscienze! Si, perché la fede è un dono che chiede consapevolezza, responsabilità e coraggio per poter essere efficace. Alla fede non basta certo l'adesione "una tantum", la fede è un dono che funziona solo nella "cooperazione" tra l'uomo e Dio, quando cioè l'uomo si decide per essa e, sappiamo bene, che il luogo dove si prendono le decisioni vere è proprio la coscienza che anima poi la volontà.

Interessante è notare che gli apostoli chiedono un "accrescimento", una "aggiunta" di fede a quella che essi già ritengono di avere di base e che Gesù col suo "se aveste fede quanto un granellino..." gli fa notare non averne affatto. Si, un duro colpo, direi quasi una mazzata, poiché la risposta all'esame di coscienza dei 12 termina con una bocciatura solenne: non avete per niente la fede che dovreste avere! La fede farisaica da cui gli apostoli pensavano di partire, quella della legalità senza cuore e delle leggi che condannano e non salvano, contro la quale Gesù ha combattuto sempre duramente, non ha niente a che fare con la fede nel Dio di Gesù Cristo.

Una fede, quella chiesta da Gesù, che deve considerare se stessa fuori dalla logica delle regole e delle ricompense umane. Una fede che ti fa agire, agli occhi del mondo, come uno schiavo che non ha diritti se non quelli di poter fare quello che c'è da fare, senza aspettarsi vantaggi o ricompense, poiché essa dona tutta la sua paga già dalla sua prima adesione, fede che non è qualcosa da conquistare ma un dono da vivere, è certezza di quel Regno che Gesù annunciava e che ha realizzato con la sua Resurrezione ed al quale non si può aggiungere nulla poiché non c'è nulla di più prezioso con cui la si possa sostituire: fede nella Salvezza, nella bontà di Dio Padre, nell'amore che ti cerca e ti ama per quello che sei e ti salva semplicemente abbracciandoti!

"Signore dammi questa fede sulla quale costruire la mia vita", sarebbe stata la richiesta più appropriata, richiesta di una fede che vive di cose di cui al "mondo" non interessa niente e che il pericolo maggiore, pena la perdita di essa, è quello di venire a patti tra le esigenze della fede stessa e quelle del mondo-mondano in cui, per fede, siamo chiamati ad operare come "servi inutili". Servi che il mondo non sa che farsene ed a cui può concedere solo schiavitù su schiavitù, persecuzioni e povertà. Servi che per la stessa fede sono però figli di Dio, fratelli di quel Cristo che, in questo punto del Vangelo di Luca, si sta dirigendo decisamente verso Gerusalemme non per andare a riscuotere consensi, oro, cattedre o troni ma per compiere realmente, inequivocabilmente, quella fede nel Regno di Dio che altro non è che la sua Resurrezione, dopo essere stato trattato ben più pesantemente che uno schiavo, diciamo come un servo che, dopo aver fatto quello che doveva fare, non solo è trattato da "cosa" inutile, ma trova la croce e la morte come unica ricompensa ( il servo sofferente!). Servo che, non bisogna mai dimenticare, dopo tre giorni dal suo supplizio realizza il dono più grande con cui l'umanità potesse essere servita, l'unica, vera e totale ricompensa a cui niente si può aggiungere per compierla: La Resurrezione, riscossa della vita sulla morte e su ogni logica di corruzione mondana!

La fede nella Resurrezione non ha paura di essere "inutile" per il mondo, anzi, sa benissimo di essere non considerata affatto dal mondo, come coloro che ad essa aderiscono con tutto se stessi e, forse, qui è la sua forza, qui il suo segreto, incarnarsi sempre nell'umile debolezza che mai il mondo considera appartenerle ma, per la sua origine divina, è la forza più grande messa nelle mani dei figli di Dio, dei fratelli di Cristo (2 Cor 12,9-10).

Mi piace pensare che il segreto della forza che dimostreranno gli apostoli ed i discepoli nella loro missione evangelizzatrice, assieme ai tanti martiri e confessori della fede di cui anche la nostra epoca è piena, sta proprio nella coscienza di una fede bella ed appagante, una fede che dà una vita piena di senso e prospettive, fede che solo una coscienza formata alla scuola del Vangelo sa apprezzare e godere appieno, agire con essa e per essa, donando a tutti gli uomini l'unica e vera speranza che solo Cristo può dare.

Anche quelli che ancora oggi lasciano tutto, per seguire Gesù, brillano di questo fatto, pensano ed agiscono per la coscienza di questa fede che, comunque, anche se viene vista come una cosa inutile, senza senso e disprezzabile da ogni potenza e logica mondana, rimane sempre forza vitale nel suo valore eterno, nell'amore di Dio che si rivela sempre Padre misericordioso.

D'altronde che Dio sarebbe se la sua fede, il Suo Amore, la Sua Salvezza, trovasse senso tra la finitezza, l'insufficienza, la paura e la morte di questo mondo?

 

Ricerca avanzata  (54940 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: