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TESTO Il suo volto brillo' come il sole

don Roberto Rossi   Parrocchia Regina Pacis

II Domenica di Quaresima (Anno A) (20/02/2005)

Vangelo: Mt 17,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». 6All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.

9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

La Quaresima è un cammino con Cristo verso il Padre, nella realizzazione del suo progetto di salvezza.

"Esci dalla tua terra e và". Abramo abbandona la sua città, che era una delle più fiorenti di un tempo; abbandona i parenti e la religione dei padri; rompe i legami più forti e si getta nell'avventura, incontro al rischio, come tutti gli emigranti. Dio sceglie in lui un uomo disponibile, vuoto del passato e di se stesso, per rinnovare il dialogo interrotto dal peccato e dare inizio alla vita di un popolo santo, il popolo della fede, e in lui saranno benedette tutte le famiglie della terra.

Paolo incoraggia il suo discepolo Timoteo. Egli deve affrontare con fede e con amore la sofferenza per il vangelo.

E la seconda tappa del cammino quaresimale ci presenta Gesù trasfigurato sul monte. Più che un racconto da ascoltare, è un'icona da contemplare, come uno spiraglio aperto su un mondo divino e misterioso.

Gesù ha predetto ai discepoli la sua passione, e la parte che anch'essi dovranno assumere. Dopo questi discorsi, la trasfigurazione ha lo scopo di rafforzare la fede dei tre apostoli che saranno testimoni del sudore di sangue, un giorno nell'orto degli ulivi. AII'improvviso, essi vedono ciò che Gesù sta per diventare. Sul suo volto umano minacciato dall'ombra della morte, per brevi istanti risplende la luce abbagliante della pasqua, troppo bella per non scomparire, e quindi ancora oggetto di speranza. Mosè ed Elia stanno accanto a Gesù: con la loro presenza, i due grandi testimoni dell'alleanza antica dicono che gli ultimi tempi sono vicini e che è apparso il grande profeta atteso. Anche il Padre è presente nella nube, e la sua voce, come al momento del battesimo, svela per un attimo il segreto di Gesù di Nazaret: «È il mio figlio che amo! Ascoltatelo!" Quasi a dire: Ascoltate il suo insegnamento sconcertante! Accettate, in lui e in voi stessi, lo stretto intrecciarsi della gloria e della sofferenza, della forza e della debolezza, della morte e della risurrezione!

Ma ora è tempo di ridiscendere nella pianura per riprendere il cammino sulle orme del servo. Presto le tenebre del Golgota inghiottiranno lo splendore di quel volto trasfigurato: non ci sarà più nulla da vedere, e apparentemente più nulla da sperare. Ma la luce di quel giorno non era un inganno, la visione non aveva nulla del sogno. L'alba della pasqua mostrerà che la vita piena sorge dalla morte.

Riprendiamo alcuni aspetti del racconto evangelico. Nelle Scritture, la montagna è sempre il luogo della rivelazione. Sono gli uomini come Mosè e Elia che Dio incontra. Si racconta anche che il volto di Mosè venne trasfigurato da quell'incontro: "Quando Mosè scese dal monte Sinai - le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte - non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con il Signore". La magnificenza della rivelazione divina si comunica anche a coloro che la ricevono e diventano i mediatori della parola di Dio.

Gesù si mette a brillare come il sole sotto gli occhi di tre discepoli: questo lo individua come colui che è l'ultimo a rivelare Dio, come colui che oltrepassa tutti i suoi predecessori. Ciò è sottolineato ancor più dal fatto che Mosè ed Elia appaiono e si intrattengono con lui.

Essi rappresentano la legge e i profeti, cioè la rivelazione divina prima di Gesù. Gesù è l'ultima manifestazione di Dio. È quello che dimostra la nube luminosa - luogo della presenza divina - da dove una voce designa Gesù come il servitore regale di Dio. A ciò si aggiunge l'esortazione ad ascoltare Gesù, ad ascoltare soprattutto il suo insegnamento di vita.

"Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e lì condusse in disparte su un alto monte".

Spesso Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare e quel giorno invita all'esperienza della preghiera questi tre apostoli. A loro si manifesta glorioso, per loro avviene la testimonianza di Mosè ed Elia (la legge i profeti, cioè tutta la Scrittura della tradizione ebraica dell'A.T.), che confermano la missione di Cristo e la sua passione; per loro e per tutti noi la voce del Padre: "Questi è il mio Figlio: ascoltatelo".

Anche per noi è importante ogni esperienza di preghiera, di silenzio, di contemplazione. La preghiera è una grazia grande, è l'incontro con Dio, è la ricerca e la contemplazione del suo volto. E nella preghiera comprendiamo il progetto di Dio su Cristo che opera la salvezza con la sua passione, morte e resurrezione e comprendiamo i progetti di Dio su di noi, sul senso della nostra vita, sulla vocazione e missione che abbiamo, sui talenti che dobbiamo far fruttare, sulle sofferenze che dobbiamo offrire e santificare.

Verranno, per i tre apostoli e per tutti gli altri, i tanti giorni della vita ordinaria; verranno i giorni della passione, dell'agonia di Gesù nell'orto: ma non dovranno scandalizzarsi, anche se deboli e incapaci di vegliare con lui. Devono ricordarsi quello che hanno visto e udito sul monte; devono essere perseveranti e pazienti: verrà soprattutto per loro e per tutti il giorno della risurrezione, vedranno e testimonieranno al mondo il Cristo risorto, in quella gloria e in quella potenza di cui hanno avuto una prima visione sul Tabor.

Come si svolgerà la nostra vita? In qualunque situazione bella o difficile sappiamo che Gesù il Signore ci ha salvati e ci ama, ci segue e ci sostiene.

Nella preghiera vediamo la luce di Dio, che illumina tutta la nostra vita. Vogliamo ricordare nei giorni delle tenebre ciò che il Signore ci ha detto nei giorni della luce. Ma se non sperimentiamo i momenti di luce, come saranno più oscure le tenebre!

 

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