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TESTO Dentro o fuori, primi o ultimi?

don Giacomo Falco Brini   Predicatelo sui tetti - blog personale

XXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (21/08/2016)

Vangelo: Lc 13,22-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 22passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. 23Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: 24«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. 26Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. 27Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. 28Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

Penso che la domanda che quel tale fece al Signore in cammino verso Gerusalemme, sotto sotto, ce l'abbiamo tutti (Lc 13,23). Ma Lui non soddisfa questo genere di curiosità, anche se tutti, me lo auguro, speriamo che si salvino in tanti. Altrimenti, che Paradiso sarebbe? Cosa risponde il Signore? Come al solito, mette le cose ben in chiaro: sforzatevi (lottate) di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare ma non ci riusciranno (Lc 13,24). Ad una prima reazione sentiamo che Gesù non da una risposta incoraggiante. Non spaventiamoci. Ricordate: quel che dice il Signore non va mai sganciato da altre sue parole. Cioè, non si può mai interpretare isolatamente un brano del vangelo dagli altri. Chi procede così in genere diventa un fondamentalista (non molto diverso da fondamentalisti di altre fedi) che attribuisce al Signore intenzioni che non ha. Pertanto, ad esempio, se uno osserva il v. 25, noterà che qui Gesù parla di un padrone di casa il cui comportamento non è molto dissimile dal personaggio della parabola di Lc 11,5-8, con la differenza che in quella, l'uomo che sembrava non essere disposto ad aprire all'amico che bussava alla sua porta, alla fine gliela apre per accondiscendere alla sua richiesta non per amicizia ma per la sua insistenza (Lc 11,8). Mentre qui, nel vangelo di oggi, la sua posizione sembra irremovibile: non so di dove siete si ripete per 2 volte (vv.25-26) e allontanatevi da me voi tutti operatori di ingiustizia è espressione drastica che sembra chiudere ogni possibilità di cambiamento. Che significa? Come combinare assieme queste parole di Gesù? Qual è il volto di Dio che ne esce? E cos'è questa porta stretta che conduce alla salvezza?

Nel 2010 ho vissuto gli esercizi spirituali in una casa di preghiera in Trentino dove vive stabilmente una comunità di tipo monastico. Ricordo che sopraggiunto in quel posto, dopo la rituale accoglienza, il sacerdote responsabile mi accompagnò a vedere gli ambienti della casa. Prima di portarmi al mio alloggio, volle mostrarmi la sala degli incontri. Mentre ci dirigevamo insieme ecco che il corridoio si restringeva sia lateralmente che in altezza. Rimaneva davanti a noi una piccola porta che introduceva alla sala. Il sacerdote che mi precedeva si voltò e guardandomi con un bel sorriso mi disse: "questa è una porta speciale, ti ricorda qualcosa?" Una breve pausa per pensarci, poi, uno dietro l'altro, abbassandoci e rimpicciolendoci, la varcammo. Come non ricordare questo vangelo? Non so se quella sera ebbi una illuminazione. Gesù è la porta stretta che ci introduce nel Regno di Dio. Egli stesso si definisce altrove la porta delle pecore (cfr. Gv 10,7). Ma perché "stretta"? Non certo perché il suo cuore è stretto! Non certo perché il suo Regno ha in sé poco spazio! E' stretta perché per varcarla bisogna farsi piccoli, bisogna lasciare fuori ogni umano protagonismo, ogni ricchezza che ci gonfia, ogni nostra presunta giustizia e conoscenza di Dio! In verità vi dico, se non vi convertirete e non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli (Mt 18,3). Quanto è vero Gesù quando dice che molti cercheranno di entrare ma non ci riusciranno: infatti, quanto è difficile all'uomo farsi piccolo! Come è difficile per l'uomo accettare la salvezza come un dono perché ci si riconosce peccatori incapaci di salvarci, piuttosto che cercare di conquistarcela con le buone azioni per poi dire a se stessi: me la sono meritata! Difficilissimo! Perciò Gesù parla così nel vangelo: ci mette davanti la nostra realtà di persone dure da convertire. Se all'inizio con la sua risposta sembra quasi restringere lo spazio dei salvati, dal v.28 invece ci parla di Abramo, Isacco, Giacobbe e tutti i profeti, di coloro che verranno da oriente e occidente da settentrione e da mezzogiorno: segno inequivocabile di una moltitudine innumerevole che siederà salva al banchetto del Regno; segno del suo cuore con la porta sempre spalancata per tutti! E allora chi sarà dentro e chi resterà fuori? Il vangelo di oggi non dice chi; solo assicura, come altre parabole, che ci sarà un epilogo e ci dice come esso sarà. Alla fine chi sarà dentro, vivrà una mensa festosa con Dio; fuori, pianto e stridore di denti. Con Dio, felicità senza fine, senza di Lui, infelicità infinita. E poi aggiunge chi corre il vero pericolo di restare fuori. Versetto n.26. Allora comincerete a dire: abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze... Il pericolo più insidioso lo corriamo noi, ossia tutti coloro che si ritrovano primi ad aver ricevuto la fede: ebrei e cristiani. Il pericolo oggi lo corriamo noi che siamo in casa, cioè nella chiesa. Il versetto è una chiara allusione alle eucarestie e alla conoscenza degli insegnamenti ricevuti in essa. Non ci salva il numero delle messe celebrate né la conoscenza di quanto si è ricevuto nella propria formazione. Chiunque pone la sua sicurezza in questo rischia di ritrovarsi tristemente fuori dal Regno, cioè senza aver incontrato e conosciuto il volto di Dio! Siamo alla fine del cap.13 di Luca. Nei capitoli 14-15 Gesù spiegherà più approfonditamente questo rischio proprio mentre chiarisce meravigliosamente chi è Dio. Perché il vero problema del credente del passato, come del presente e del futuro, è stato, è e sarà sempre la Misericordia di Dio. Ricordate la fine del cap.15? Anche in quella casa, uno che era andato fuori entra dentro e si ritrova in un festoso banchetto, un altro invece che era dentro esce e rimane fuori, stridendo i denti di rabbia per quello a cui assiste e reclamando pure giustizia!...

Tiriamo un po' le somme con l'ultimo versetto del vangelo: ed ecco vi sono ultimi che saranno primi e vi sono primi che saranno ultimi (v.30). E' evidente che quanto alle intenzioni del Signore c'è solo una volontà di salvezza per tutti. Ma c'è una dinamica di tipo spirituale da intendere bene: avviene infatti che nel Regno ci entrano dentro prima coloro che ai nostri occhi sono ultimi, e per ultimi ci entrano quelli che ai nostri occhi sono primi. Come mai? Ve lo faccio spiegare dalle parole di uno dei miei maestri, il compianto p. Silvano Fausti S.I. "Nella lotta per entrare nella porta stretta del Regno il primo della fila diviene l'ultimo per 2 motivi:
1) Perché Colui che da il biglietto d'ingresso ha il suo sportello in fondo alla coda.
2) Perché chi si crede a posto per entrare nel Regno si presenta in prima fila ed è l'ultimo a sentire il bisogno di convertirsi.
L'ultimo della fila invece diviene il primo per gli stessi 2 motivi:
1) Perché è oggettivamente più vicino a Colui che è andato all'ultimo posto per salvare tutti.
2) Perché riconoscendosi peccatore, quindi non meritevole di presentarsi tra primi in fila, è il primo a convertirsi."

E tu che mi stai leggendo che ne dici? Ti senti dentro o fuori? In fila tra i primi o tra gli ultimi?
Se non riesci a dare ancora una risposta non temere. Nel vangelo di domenica prossima Gesù darà in proposito un consiglio a tutti, una parola con cui il Signore ha iniziato a farsi largo nella mia vita. Buona domenica e alla prossima!

 

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