TESTO Non tentare il Signore Dio tuo
mons. Vincenzo Paglia Diocesi di Terni
I Domenica di Quaresima (Anno A) (13/02/2005)
Vangelo: Mt 4,1-11

In quel tempo, 1Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:
Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo
ed essi ti porteranno sulle loro mani
perché il tuo piede non inciampi in una pietra».
7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:
Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».
8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:
Il Signore, Dio tuo, adorerai:
a lui solo renderai culto».
11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
La celebrazione delle ceneri ha aperto la quaresima, un tempo di quaranta giorni che prepara la Pasqua. L'abbiamo iniziata il "mercoledì delle ceneri", ossia a partire dalla nostra debolezza. La vita di ognuno di noi è davvero come polvere. È polvere il nostro orgoglio, è polvere la nostra tracotanza, è polvere il nostro desiderio di prevalere, è polvere il nostro sentirci tranquilli, è polvere la nostra sicurezza, è polvere il nostro protagonismo, è polvere il nostro affannarci. Tuttavia questa polvere è stata scelta da Dio e da lui amata, sino a darle la vita. E il Signore porta l'uomo nel giardino che aveva piantato. Questa era la volontà del Signore: che tutti abitassero in un giardino fiorito. Ma l'uomo non ascoltò la Parola di Dio, preferendo quella subdola ed allettante del serpente. Perse così quel giardino e abitò in un deserto. La narrazione biblica non è relegata all'origine del mondo; è la storia degli uomini di ogni tempo. Il giardino della vita si trasforma in deserto quando l'uomo preferisce ascoltare altre voci rispetto a quella di Dio. Il mondo, le nostre città, i nostri cuori, sono spesso simili a un deserto perché preferiamo le suggestioni del serpente alla Parola di Dio. Così ci troviamo nudi di affetto, nudi di amicizia, nudi di dignità. E come fecero Eva e Adamo ognuno accusa l'altro per salvare se stesso. Quando non si ascolta il Signore, anche i più intimi diventano nemici tra loro. E la vita diventa un deserto dominato dall'antico tentatore. Egli continua a spingere gli uomini ad ascoltare se stessi più che il Signore, ad accusarsi a vicenda piuttosto che a volersi bene.
Ma in questo deserto è venuto Gesù. Vi è entrato per mostrarci fin dove arriva il suo amore. Qui egli, come noi, si sottomette alle tentazioni. Il Vangelo ne elenca tre, di cui la prima è quella del pane. E arriva al momento propizio, quando Gesù, dopo quaranta giorni di digiuno, è stremato dalla fame. Vi possiamo leggere la tentazione di soddisfare solo se stessi e il proprio benessere. Gesù, indebolito dal digiuno, ha motivi più che plausibili per cedere alle insinuazioni del tentatore. Ma risponde con l'unica vera forza dell'uomo, quella della Parola di Dio. Solo essa infatti sconfigge la ricerca del benessere unicamente per sé. "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio" (Mt 4, 4). Poi il diavolo porta Gesù sul pinnacolo del tempio e lo sfida: "Buttati giù! ci saranno certo gli angeli di Dio a proteggerti". È la tentazione del protagonista che non vede altro che se stesso e pretende che ogni cosa sia centrata su di lui, che tutti, anche gli angeli, girino attorno a lui. Infine c'è la tentazione del potere. "Tutto può essere tuo" dice il diavolo a Gesù mentre da un monte gli mostra l'estensione della terra. Ma Gesù proclama la sua libertà dal potere affermando che ci si prostra solo davanti a Dio. "Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto". Quante volte si è creduto di poter usare le cose, finendone poi schiavi! Nel deserto, dominato dalle parole subdole dell'antico tentatore, Gesù riafferma ogni volta: "Sta scritto...". È con il Vangelo, continuamente riproposto, che Gesù sconfigge le tentazioni e allontana il diavolo: "Vattene satana!". E quel deserto si trasforma in un giardino di vita. Gesù non è più solo e abbandonato alla fame e all'aridità. Giungono gli angeli, si accostano a lui e lo servono. Il deserto si popola di consolazione, di amore, di solidarietà, di uomini e donne che, come angeli, si avvicinano ai deboli e ai poveri per servirli.