TESTO Spezza il tuo pane con l'affamato...
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V Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (06/02/2005)
Brano biblico: Is 58,7.10
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Dalla Parola del giorno
Spezza il tuo pane con l'affamato, introduci in casa i miseri, senza tetto, vesti chi è nudo, senza distogliere gli occhi dalla tua gente [...]. Allora brillerà fra le tenebre la tua luce. (Is 58,7.10)
Come vivere questa Parola?
Il vangelo di oggi ci ricorda che siamo la "luce del mondo". Ovviamente se viviamo il nostro impegno di figli di Dio, chiamati a riprodurne l'immagine. E Dio, stando alla definizione che Egli stesso dà sul Sinai, si qualifica come "misericordioso e pietoso" (cf Es 34,6). Isaia, dal canto suo, esemplifica, calandosi nella concretezza del vivere. La nostra luce brilla tra le tenebre se spalanchiamo il cuore a chi è nel bisogno, non con un dono freddo, distaccato che finisce con l'umiliare, ma "introducendolo in casa", spezzando con lui lo stesso pane. Altro che dare il superfluo! È in casa propria, cioè nel proprio intimo che va fatta l'accoglienza. Nessuna miseria può essere veramente lenita se il cuore resta chiuso, se l'altro resta estraneo. Ma, attenzione! Il "misero" da soccorrere può essere uno con cui vivo gomito a gomito. Non a caso la Parola di Dio aggiunge subito: "senza distogliere lo sguardo dalla tua gente". Talvolta può risultare facile occuparsi di chi è lontano e quindi può essere fatto oggetto di un interesse saltuario e che, tutto sommato, non tocca più di tanto, ma prendersi cura di coloro con cui quotidianamente si condivide la casa, il posto di lavoro, la scuola... può essere meno gratificante. Farli "entrare in casa", quando il loro modo di essere e di fare disturba, condividere con loro ciò che tocca in profondità ("pane" significa qui tutto ciò che fa vivere), privandosi, all'occasione, di una gratificazione personale, questo può diventare persino arduo. Ma il "Misericordioso", che ci ha dato il compito di riprodurlo in modo che gli altri siano raggiunti dalla sua luce, può darcene la possibilità.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, fisserò lo sguardo sul "Misericordioso" e rintraccerò nella mia vita le volte che Egli ha fatto risplendere su di me il suo volto, offrendomi il perdono e beneficandomi in ogni modo. Ora tocca a me riflettere questa luce perché anche gli altri ne siano illuminati. Che cosa posso fare?
Gesù, tu sei la vera luce del mondo. Io non posso esserne che un pallido riflesso. Ma non voglio sottrarmi a questo compito. Mi espongo perciò a te, perché la tua luce mi invada e si riverberi intorno a me.
La voce di una donna che ha scelto di essere "luce del mondo"
Nel mio "viaggio nel mondo della strada" ho raccolto migliaia di lacrime che conservo ancora preziosamente nel mio cuore; ho ascoltato le grida silenziose del popolo della notte; sono entrata in punta di piedi nei deserti di anime assetate di Amore; ho visto un numero incredibile di mani tese alla ricerca disperata di aiuto e...tanta, troppa indifferenza!!!
Chiara Amirante