PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Luca 7,11-17

Omelie.org (bambini)   Home Page

X Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (05/06/2016)

Vangelo: Lc 7,11-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 7,11-17

In quel tempo, 11Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. 12Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. 13Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». 14Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». 15Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. 16Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». 17Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

Questa domenica l'evangelista Luca ci porta per le strade di una piccola città chiamata Nain: Gesù la sta attraversando e con lui ci sono i discepoli ed una grande folla, perché ogni volta che la gente sente che sta arrivando il Rabbi di Nazareth, accorrono in tanti!

Vicino alla porta della città, il gruppo di persone che attornia Gesù si ferma e le voci tacciono, perché sta passando un corteo funebre.

Non so se in qualche film o documentario vi è capitato di vedere come avveniva questo corteo: il corpo del morto non era dentro una bara chiusa con il coperchio, come avviene oggi, ma stava sdraiato su una sorta di lettino, trasportato a spalla dai parenti e dagli amici. Quindi, tutti vedevano chi era il morto.

Una volta arrivati al sepolcro, allora il corpo del defunto veniva profumato con olii ed avvolto in bende.

Tutti coloro che partecipavano al funerale, camminavano dietro i portantini: al primo posto, c'erano i parenti più stretti. Questa processione funebre descritta nel Vangelo, è particolarmente triste perché il morto è un ragazzino, qualcuno di molto giovane. Dietro, la prima persona che lo segue, in lacrime, è la madre, che è pure una donna vedova, cioè ha già perso il marito.
È completamente sola, perché quello è il suo unico figlio.

Si trova in una situazione veramente terribile. Innanzi tutto perché per ogni genitore non c'è un dolore più grande di dover accompagnare alla tomba il proprio figlio. Suona innaturale: non è nell'ordine normale delle cose che i più giovani muoiano prima dei più anziani! Ci ribelliamo interiormente di fronte a questo.

Per la vedova di Nain, per di più, il futuro che le resta è veramente pauroso: siccome è da sola e non ha altri figli, non c'è nessuno che avrà cura di lei, nessuno che la proteggerà. Ai tempi di Gesù, una donna che non avesse la protezione di un uomo della sua famiglia, non contava nulla. Era esposta a qualsiasi ingiustizia e a qualsiasi prepotenza e nessuno l'avrebbe difesa.

Gesù sa come vanno le cose, ed infatti dalla Croce, si preoccuperà di affidare sua madre Maria all'apostolo Giovanni. Lo fa come gesto d'amore e i premura, perché non restasse sola, perché non fosse indifesa di fronte al mondo.

La vedova di Nain è dunque doppiamente disperata: per il figlio che ha perduto e per la sua vita che è segnata per sempre.

"Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: Non piangere!"

Ancora una volta, le parole del Vangelo ci offrono dettagli sulla personalità di Gesù, sul suo carattere, sul suo modo di fare. Guardate come si comporta: osservando questo tristissimo corteo, si sente commuovere dal dolore della vedova in lacrime.

Attenzione al verbo che usa l'evangelista Luca: dice che Gesù ebbe compassione. Sapete cosa vuol dire questa parola?

Non significa solo pensare: - Poverina! - e dispiacersi per lei.

Compassione significa "patire insieme", cioè "soffrire insieme"

Vuol dire che lo stesso dolore che quella madre sta provando, Gesù lo sente dentro di sé. Che la stessa sofferenza di quella donna, la vive anche Lui.

Anche a noi capita di provare compassione: quando vogliamo molto bene a qualcuno, ci sentiamo profondamente partecipi delle emozioni che vive, come se fossero anche nostre.

A noi può accadere solo nei confronti di quelle persone che amiamo in modo speciale: altrimenti proviamo sì dispiacere, ma non la vera compassione.

Gesù, invece, ci ama TUTTI così tanto, che prova autentica compassione per ogni sofferenza che sperimentiamo.

Lì a Nain, vicino alla porta della città, il Maestro e Signore prende l'iniziativa e compie un gesto inaspettato: "accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: Giovinetto, dico a te, alzati! Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre."

Il giovane Rabbi si avvicina, stende la mano e tocca la lettiga su cui stanno trasportando il morto. Poi richiama alla vita il ragazzo morto: lo invita ad alzarsi, come se fino a quel momento il giovane si stesse solamente riposando su quel lettuccio!

Cerchiamo di non fare confusione: questa di cui abbiamo letto non è una Resurrezione come quella che Gesù vivrà a Pasqua: questo è solo un tornare alla vita. Significa che in futuro, quel ragazzino avrà sperimentato un'altra volta la morte, perché non ha smesso di essere una creatura fragile. Ma gli viene regalata di nuovo la salute e l'energia per riprendere a vivere, fino a che il suo corpo non giungerà all'ultimo giorno.

La Resurrezione di Gesù è diversa, perché il nostro Signore Dio è risorto una volta per tutte: è vivo per sempre e non morirà mai più!

Per il giovane di Nain e per la sua mamma questo è comunque un dono incredibile, senza misura!

Hanno di nuovo, di fronte a loro, futuro, tempo, possibilità, speranza!

Ed è bello il primo gesto che il Maestro e Signore compie: prende per mano questo ragazzino e lo conduce dalla madre.

Sembra quasi dire che questo miracolo lo abbia fatto proprio per lei: per non lasciarla sola, per consolare il suo pianto, per non sentirla così disperata...

Di fronte ad un evento tanto straordinario, la fama di Gesù cresce a dismisura: "Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo. La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione."

Forse qualcuno starà dicendosi: - Vabbè, bell'episodio, ma che cosa mai può dire alla mia vita?

Neppure sappiamo come si chiamassero quel ragazzino e sua madre, a Nain! In che modo ci può riguardare il miracolo che è accaduto loro? -

Ecco, vorrei che portassimo nel cuore, per tutta la settimana, il particolare descritto dall'evangelista Luca: Gesù che si commuove. Gesù che sente dentro di sé la sofferenza di quella donna.

Vorrei che ce lo ricordessimo bene. Che lo avessimo ben presente, perché ci regala una sorta di fotografia del nostro Maestro e Signore. Non una foto del suo viso, ma del suo modo meraviglioso di amare!

E vorrei che ce lo ricordessimo anche per prenderlo come esempio. Per imparare anche noi ad accostare le persone che abbiamo intorno, con cuore capace di compassione: capace, cioè, di provare proprio come se fossero nostre, le gioie e le sofferenze di chi condivide con noi il tempo, i luoghi, le attività.

Fermiamoci in silenzio, a chiedere questo dono grande al Signore: un cuore simile al suo.
Commento a cura di Daniela De Simeis

 

Ricerca avanzata  (54940 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: