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TESTO Commento su Sal 110, 1. 5

Casa di Preghiera San Biagio FMA   Home Page

Lunedì della VIII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (23/05/2016)

Brano biblico: Sal 110 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

«Renderò grazie al Signore con tutto il cuore...
Egli dà il cibo a chi lo teme,
si ricorda sempre della sua alleanza».
Sal 110, 1. 5

Come vivere questa Parola?
Questa settimana porremo la nostra attenzione sui salmi. Ogni giorno, nella liturgia della parola, sono una risposta in canto e preghiera alla lettura e ci introducono al Vangelo. Una parola antica che introduce la nuova buona notizia.
I salmi sono 150. Ma sono un libro, non una semplice antologia. Nel loro susseguirsi i salmi costruiscono mini libri interni che ci introducono ad esperienze differenti di Dio. Sono le parole già pregate da millenni di umanità, di chiesa che ci aiutano a penetrare il mistero di Dio, che quotidianamente si ripropone a noi.
Il salmo 110 appartiene all'ultimo, il quinto libro dove si descrive il nuovo mattino in cui sgorga dal cuore del popolo un rendimento di grazie e il canto di lode finale alla fedeltà di Dio. È un canto di ringraziamento al Dio dell'alleanza. Un impegno che egli non dimentica mai. Se noi veniamo meno, lui non lo fa. E la sua fedeltà sostiene l'uomo nel suo divenire e gli dà davvero forza quando egli non è ha. La sua fedeltà diventa anche condivisione di una eredità: alla cura si aggiunge così la responsabilità. Dio è padre ed madre. La sua alleanza è immagine delle alleanze che generano vita nelle nostre generazioni.

Signore, il grazie nasca sulle nostre labbra come parola che riconosce la tua misericordia. Non per abitudine ti ringraziamo, ma per consegnarti con responsabilità la consapevolezza con cui ci accorgiamo della tua presenza e della tua azione alla quale uniamo la nostra. Per la salvezza, per prolungare nel modo il tuo desiderio di vita abbondante per tutti.

La voce di un o scrittore e filosofo
Noi nasciamo con questo libro nelle viscere. Un librettino: centocinquanta poesie, centocinquanta gradini eretti tra la morte e la vita; centocinquanta specchi delle nostre rivolte e delle nostre fedeltà, delle nostre agonie e delle nostre risurrezioni. Più che un libro, un essere vivente che parla, che ti parla, che soffre, che geme e che muore, che risorge e canta, sul limitare dell'eternità e ti prende, e trascina te e i secoli dei secoli, dall'inizio alla fine...
Andrè Chouraqui

Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it

 

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